“Le pietre parlano”: XX Congresso Corona d’ Aragona (Video)
Dal 6 all’ 8 ottobre, al Maschio angioino, nelle sale del Comune di Napoli e della Società Napoletana di Storia Patria e presso l’Istituto Cervantes, si è tenuto il XX Congresso di Storia della Corona d’ Aragona dal titolo ‘La Corona d’Aragona e l’Italia’ a cura degli storici Guido D’Agostino e Francesco Senatore.
Una sorta di Mondiali della storia Aragonese, il Congresso, infatti, si svolge da più di un secolo con cadenza regolare di quattro anni. Organizzato dalla prestigiosa Commissione permanente dei Congressi di storia della Corona d’Aragona, un organismo internazionale composto di rappresentanti di tutte le regioni che sono state interessate dalla dominazione aragonese nel corso del Medioevo. Napoli, che fece parte della Corona d’Aragona dal 1442 al 1501, e che mantenne legami con i paesi catalano-aragonesi anche nei secoli successivi, ha già ospitato due volte il Congresso di storia della Corona d’Aragona: nel 1973 e nel 1997. Nella giornata del 7 ottobre si è svolto presso la Società di Storia patria la performance teatrale su Ferrando d’ Aragona tratta dal libro “Ferrando d’Aragona duca di Calabria” del professore Guido D’Agostino. La rappresentazione è stata curata dall’ Accademia vesuviana del teatro di Gianni Sallustro. Adattamento per il teatro di Antonio Piscitelli nella riduzione di Roberta D’Agostino, impegnata anche nei panni di Germana de Foix, con la regia di Gianni Sallustro che interpreta Ferrando d’Aragona. Abbiamo chiesto al professor Guido D’Agostino perché sia importante ricordare, dopo tutto questo tempo, una dominazione straniera, quando spesso, in questi casi, si cerca di dimenticare il passato.
“Obbligo dello storico è ricordare. Esiste una memoria che è legata alla materia, alla città. Le pietre ci parlano. Napoli ha ancora delle mura medievali che la circondano. La seconda metà del ‘400 ha lasciato un’eredità riconoscibilissima e molto sentita nella città di Napoli. Il castello Angioino è stata la dimora di Alfonso il Magnanimo e basta passare sotto l’arco trionfale per ripassare la storia di quel tempo. Alfonso, già allora, ebbe l’intuizione di cosa potesse essere Napoli all’interno di una Federazione di Stati che comprendeva Francia, Catalogna, Valencia, le Baleari, Sicilia e Sardegna. In tutto questo c’è una sorta di Euromediterraneità. Non c’è tempo, non ci sono secoli che sono passati. Se non fossimo euromediterranei al giorno d’oggi, non avremmo luogo ad esserci. Per questo siamo qui per ricordare”