“Vincenzo”, il film per educare i giovani all’arte del “bello”
“L’essere umano nasce sostanzialmente buono, nasce per fare del bene e soltanto in determinate circostanze la mancanza di cultura, porta su strade decisamente di devianza e di errore.” Questa l’idea conduttrice di “Vincenzo”, il mediometraggio prodotto da Oxeia e scritto da Antonio d’Avino.
Antonio d’Avino in arte Marco J.M debutta come regista proprio con questo mediometraggio. Con una piacevole chiacchierata al telefono ci ha raccontato il percorso da cui prende vita il progetto “Vincenzo”.
Vincenzo parla di una storia vera, come ne è venuto a conoscenza e cosa l’ha colpita rispetto alle altre storie, visto che ormai queste storie “difficili” sono sempre più spesso all’ordine del giorno?
«Assolutamente casuale la scelta. Quello che c’era di base era il desiderio di raccontare una storia che veicolasse determinate mie idee. Un articolo di giornale ha dato vita al soggetto ma poi la sceneggiatura ha vissuto di vita propria partendo dall’idea di questi ragazzi minori. Tra l’altro la storia vera si è conclusa in questi giorni e i minorenni sono stati messi alla prova con una permanenza in una comunità di recupero, quindi in qualche modo ho precorso quello che sarebbe realmente accaduto.»
Gli attori fanno parte dell’associazione o ci sono stati dei casting esterni? Perché la sua scelta è ricaduta su Emanuele Miranda per ricoprire il ruolo da protagonista?
«Ci sono stati dei casting, nessun attore è associato alla nostra Oxeia. Una buona parte è materiale umano, come ama giustamente definirlo il maestro Gianni Sallustro, dell’Accademia Vesuviana del Teatro , che comunque in ogni caso sono stati sottoposti ad un provino. Altri attori sono venuti dall’esterno, un po’ per passaparola, poi comunque selezionati attraverso un provino che abbiamo fatto attraverso la nostra associazione da cui è venuto fuori il cast completo. Per quanto riguarda Miranda c’è stato un testa a testa, un ballottaggio abbastanza complicato
e difficile tra lui e un altro membro del cast che è Luca Prisco, avendo anche lui una presenza fisica ed una recitazione interessante. Poi alla fine la scelta è ricaduta su Emanule perché ai nostri occhi ha quel mix di ingenuità e di un lato oscuro che però emerge nel suo modo di porsi che era proprio quello che cercavamo per quanto riguarda Vincenzo.
Abbiamo visto anche il suo nome tra gli interpreti? Quale sarà il suo ruolo?
«Si, mi sono permesso. Sono l’operatore responsabile della comunità che ha il merito, ma non come operatore ma appunto come comunità e come insieme di operatori di alto profilo molto motivati, di spalancare quella fessura in cui si intravedeva quella luce in fondo all’anima di Vincenzo che per fortuna ancora brillava. Spalancando quell’uscio abbiamo avuto ragione di quella parte buia appunto oscura di Vincenzo, facendo emergere quello che infondo quello che in fondo, è una delle idee che intendo veicolare con questo film, un’idea ottimistica, forse non originalissima, ma che stiamo dimenticando in questi tempio difficili, ovvero che l’essere umano nasce sostanzialmente buono, nasce per fare del bene e che soltanto determinate circostanze la mancanza di cultura, questa infatti è l’idea conduttrice di tutto il lavoro, porta su strade decisamente di devianza e di errore. »
Ovviamente creare un qualcosa del genere richiede la collaborazione di persone valide, chi in particolare l’ha aiutata e sostenuta in questo progetto?
«Assolutamente il ruolo di sostegno massimo insostituibile è stato della mia compagna Juna. Diciamo che c’è un’osmosi continua tra i miei e i suoi progetti, anche se di volta in volta ognuno firma i suoi progetti in corso c’è sempre una collaborazione stretta, già a partire dal cast, dall’idea che ci facevamo dei personaggi, Juna è stata al mio fianco e lo è stata per tutto lo svolgimento del progetto a livello organizzativo, di consulenza artistica. Per i sostenitori, in un’impresa che oserei dire al di sotto del low badget, infatti abbiamo teso allo “zero-badget” ma purtroppo non ci siamo riusciti, il ruolo dei sostenitori è fondamentale. Tantissimo l’aiuto degli amici. Ho citato già Gianni Sallustro, perché ha fornito il grosso del materiale attoriale. Ovviamente saranno tutti citati nei titoli di coda non volendo fare torto a nessuno perché sono stati in tanti a darci una mano, un aiuto morale, un sostegno, una mano per le location, tante piccole cose che messe assieme fanno il soppalco su cui si è costruito il tutto.»
Il mediometraggio è prodotto da Oxeia, la vostra associazione. Sul vostro statuto c’è scritto che l’associazione ha come fine il miglioramento nel campo dell’arte i generale dei vostri soci, possiamo intenderlo anche come un miglioramento delle persone a livello umano. Pensa che il vero Vincenzo probabilmente abbia avuto la possibilità di essere educato in questo senso?
«Un’idea di fondo come Oxeia, prima ancora che come produttore di questo film, è che noi cerchiamo di condividere in tutti i modi l’idea, il fil rouge, della mancanza di cultura, di un’educazione al bello, che sfocia poi in una ineducazione, all’inciviltà e poi il passo è breve verso la devianza.»
C’è qualcosa che fate nella vostra associazione in ambiti come quelli descritti nel film, per aiutare questi ragazzi?
«Certo, voglio citare soprattutto il progetto scorso di Juna dell’ “Analfabetismo emotivo ” che attraverso degli scatti mostra tutti questi lati deteriori che vanno evitati, che vanno vinti perché conducono alla povertà di valori, alla base delle cose distorte della nostra società. Abbiamo in programma imminente una collaborazione con l’attore Gennaro Patrone, per organizzare nella nostra associazione degli spettacoli teatrali che abbiamo definito “bomboniere”, per ovvi motivi di spazio, traendo ispirazione dal florilegio bellissimo dei numerosi teatri e teatrini che ci sono a napoli e che sono tutti da scoprire. Ci sono teatrini organizzati in aree, per altro meravigliose, ma piccolissime per pochi intimi con pochi posti. Allora noi che possiamo mettere in scena uno spettacolo di grosso spessore, con la figura del nostro amico Patrone, con cui portiamo avanti questo progetto, possiamo organizzare degli spettacoli per 20/25 persone per promuovere qualcosa che c’è, per fortuna c’è anche nel nostro territorio, ma che sicuramente va incentivato e va spinto, a cui noi vogliamo dare il nostro apporto, speriamo non piccolissimo, che sia comunque di qualche peso.»
Il 20 ci sarà la proiezione per pochi intimi al teatro Summarte di Somma Vesuviana. Cosa spera diranno le persone il giorno dopo aver visto la sua creazione?
«Quello che mi auguro è che ciò che intendo raccontare, al di là della vera storia, venga recepito, il che vuol dire appunto essere riusciti nel proprio intento ovvero quello di veicolare qualcosa in cui si crede… Non ho ambizioni di tipo personale però ho ambizioni a lasciare qualcosa che ritengo positivo, appunto il fatto che l’arte e la letteratura nello specifico del film, senza fare spoiler, che colpisce il nostro Vincenzo è quella del grandissimo Pier Paolo Pasolini. Determinati personaggi hanno lasciato un segno indelebile nella società che può sicuramente essere un motivo di miglioramento per questi ragazzi.»
Sono previsti canali di distribuzione?
«Non sono previsti canali di distribuzione al momento. Il film vivrà una vita sotterranea, se così possiamo dire, per vari festival a cui riusciremo ad inviarlo. Sperando che ottenga dei riconoscimenti soprattutto anche per dare il giusto merito a chi ha lavorato con noi e soprattutto agli attori, che sono dei ragazzi giovani che aspirano a questa strada in questo settore difficilissimo, più benemerenze riceverà il lavoro e più possibilità avranno e questo mi renderebbe felice oltre ogni modo. Finito quest’anno quando potremo pubblicarlo, visto che la condizione per i festival è che non sia stato già pubblicato, lo pubblicheremo con Creative Common sui canali internet e le solite piattaforme come Youtube, Vimeo e così via.»
Grazie Antonio e in bocca al lupo
Vi lasciamo alle immagini del backstage che potete trovare anche sul sito dedicato al film