Van Gogh a Capodimonte, la mostra che unisce Napoli ed Amsterdam
La “Spiaggia di Scheveningen” e la “Chiesa di Nuenen”, questi i titoli dei due capolavori di Van Gogh che sono stati esposti nel museo di Capodimonte di Napoli fino a poco tempo fa.
I due dipinti furono rubati ad Amsterdam 14 anni fa e sono stati recuperati a Castellammare di Stabia nel corso di un’indagine della Guardia di Finanza e del pool anticamorra su una banda di narcotrafficanti internazionali . Al termine della breve esposizione le due tele faranno ritorno ad Amsterdam, e
forse proprio questo oltre alla fame dell’artista fautrice di enorme curiosità, ha indotto i napoletani , e non solo, a recarsi al museo per visionare le due splendide tele. Ognuno ha avuto modo di poter osservare la maestria del pittore olandese all’opera e percepire la profondità del suo spirito espressa attraverso le pennellate intense e spesse.
In particolar modo la “Spiaggia di Scheveningen” fa risaltare l’anima tormentata dell’artista, che per la realizzazione ha apposto il colore direttamente sulla tela, “ spruzzando”
tubetti interi di tempera, e come se non bastasse, poiché fu realizzato an plein air , si vedono chiaramente i granelli di sabbia intrappolati nella pittura.
Nota positiva per la recente “Van Gogh mania” è l’attenzione rivolta al museo di Capodimonte, che è stato finalmente riscoperto sotto una nuova luce grazie al meraviglioso patrimonio culturale che possiede. Non molti purtroppo conoscono le meraviglie custodite ed esposte tutte l’anno al museo, tra cui la meravigliosa ”flagellazione di Cristo” del Caravaggio, opera unica nel suo genere e di inestimabile bellezza, per non parlare poi delle porcellane o degli appartamenti reali , testimonianze dello sfarzo della Napoli barocca. È importante sottolineare la maestria e l’armonia con cui tutto è stato disposto nei vari settori dell’edificio, con un accurato studio delle luci così da creare l’opportuna atmosfera per le opere esposte, rompendo lo sguardo verso il passato con un’area dedicata all’arte moderna.
Si spera che passato il “tormentone” del momento le persone continuino a visitare il museo e tenersi sempre aggiornati sulle nuove mostre in un luogo che ha tanto da offrire e che va solo scoperto.
Foto in esclusiva per Cultura A Colori realizzate da Giulia Gargiulo