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Unione Europea, l’Italia apre la fila dello sfaldamento: ma non è troppo tardi

Bisognerebbe ritornare tra i banchi di scuola. Non troppo indietro, basterebbe la scuola superiore, ove mai vi fossero dubbi storici.

Lira contro Euro. Ricordiamo insieme un po’ di economia di base, ancora più basilare dei principi della microeconomia. La moneta è stata inventata per essere un mezzo di scambio, una valuta che fino al 1971 (conferenza od accordo di Bretton Woods) era convertibile in oro mentre da quella data in poi si sfora. La moneta acquisisce un valore nominale.

A cosa serve una moneta: agli scambi tra cittadini e tra commercianti. In un sistema chiuso, come quello che immaginano i leghisti, i pentastellati e tutti gli euroscettici, la moneta serve solo ad un Paese. In pratica la moneta serve solo alla signora che si reca nel supermercato a comprare il pane. In realtà la moneta offre un rapporto economico commerciale: i Paesi che commerciano con l’Italia scambiano l’euro perché sanno di poterlo spendere in altri Paesi d’Europa.

Il mondo globalizzato non concepisce più soltanto la signora che compra il pane, ma anche e soprattutto il turista o gli scambi tra Paesi. Quando la Lira veniva accettata dai francesi questi sapevano di poterla spendere con un certo valore, senza cambio, soltanto in Italia. Ad oggi quando i francesi accettano l’Euro sanno di poterlo spendere in Germania, Italia, Spagna, e così via. Questo rende forti? Chiaramente si.

Italia-mania, abbiamo tutti gli occhi addosso

Non possiamo certamente non dire che tutto il mondo ci stia guardando. E’ evidente, perché l’Italia ha cambiato posizione. L’Italia, com’anche cantava Giorgio Gaber, ha fatto l’Europa, ed ha costituito l’Unione Europea. Ne è stata perno fondamentale, una nazione fiera ed orgogliosa che si univa a principi comuni.

Ad oggi, come in occasione delle guerre mondiali, l’Italia ha virato bruscamente. L’ipotesi di lasciare l’Ue con questo governo a guida fortemente leghista (partito della divisione per antonomasia) non è ormai così assurda. Anche molti elettori ne sono convinti. Lasciare l’Europa, però, sarebbe un disastro di proporzioni gigantesche. L’Italia non è l’Inghilterra, ed anche gli inglesi se ne sono pentiti.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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