“Un treno per Shanghai” a Culturando, tra economia e letteratura
Culturando, la seguitissima trasmissione di arte e cultura di TV87 –in onda il sabato alle 18:00 e condotta dalla scrittrice Antonella Del Giudice– ha rivolto lo sguardo alla Cina.
Ospiti in collegamento l’imprenditore e scrittore Mario Volpe con il suo ultimo libro “Un treno per Shanghai – Diogene Edizioni” e il doganalista il dott. Vincenzo Fumo che hanno discusso e fatto chiarezza su alcuni aspetti ancora poco conosciuti di questa grande potenza.
Partendo da uno spunto del romanzo di Mario Volpe, che racconta di un rocambolesco viaggio in treno fino in Cina per assolvere ad una missione commerciale, è stata focalizzata l’attenzione sui possibili complotti internazionali in cui la grande potenza asiatica potrebbe essere coinvolta, non solo in materia economica, ma soprattutto alla luce della recente pandemia. Complotti che lo scrittore Mario Volpe ha definito, per lo più argomenti letterari per narrazioni di “fantaeconomia”, ma non è da escludere –come ha puntualizzato la stessa Antonella Del Giudice- che attraverso le pagine di “Un treno per Shanghai” si possa far luce su possibili intrecci economici e finanziari architettati dalle grandi multinazionali che cavalcano la globalizzazione imperante.
Ed è in particolare sulla tematica economica che è intervenuto il doganalista Vincenzo Fumo il quale, dopo aver illustrato il ruolo della sua professione, ha posto in risalto l’importanza del recente accordo commerciale mondiale stipulato con la Cina e dal quale sono stati esclusi l’India e gli Stati Uniti d’America. Ma il dott. Fumo ha voluto anche sottolineare la supremazia cinese in ambito commerciale derivata dalla versatilità della sua industria e capace di produrre oggetti di qualsiasi fattura, partendo da prodotti di bassa resa fino a quelli di alta qualità. Riuscendo così a coprire le esigenze di mercato di ogni committente. Potenza, quella Cinese, da cui è necessario prendere spunto per competere sul mercato globale, ma senza trascurare l’annosa questione dei diritti umani come la stessa Antonella Del Giudice ha ricordato in chiusura.