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Trump: “Sto costruendo un’America forte ed orgogliosa”

“Insieme stiamo costruendo un’America sicura, forte e orgogliosa”. Così il presidente Donald Trump nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione, il più twittato della storia (3 milioni di tweet quando ancora non era terminato), durato un’ora e venti minuti.

Trump ha parlato di economia e della creazione di posti di lavoro e ha delineato il suo piano per tenere gli Stati Uniti al sicuro. Buttandosi alle spalle il caos e le divisioni dell’ultimo anno, senza mai citare il Russiagate, il presidente ha sottolineato che “questo è il nuovo momento americano: non c’è mai stato un momento migliore per vivere il sogno americano”. E ha esaltato i successi economici della sua amministrazione, frutto soprattutto della sua riforma fiscale: “Come promesso al popolo americano da questo stesso podio 11 mesi fa, abbiamo attuato i più imponenti tagli alle tasse della storia”, ha sottolineato il presidente, ricordando come dall’approvazione della riforma fiscale “circa tre milioni di lavoratori hanno già ottenuto bonus, molti dei quali per migliaia di dollari”, “Apple ha annunciato che investirà 350 miliardi di dollari in America” ed “Exxon Mobil ne investirà 50”.

“Le aziende stanno tornando negli Usa, vogliono stare dove c’è l’azione”, ha insistito il presidente, citando Fca che sposterà la produzione dal Messico in Michigan. “Dall’elezione sono stati creati 2,4 milioni di nuovi posti…la disoccupazione ha toccato il minimo da 45 anni anni” e per gli afro-americani e gli ispanici il livello dei senza lavoro “è il più basso mai registrato”. “Non c’è mai stato momento migliore per iniziare a vivere il sogno americano”, dunque. “E ogni cittadino che guarda da casa questa notte, indipendentemente da dove si trovi o da dove arrivi, se lavora duramente, crede in se stesso, crede nell’America…può diventare ciò che vuole e insieme possiamo raggiungere assolutamente tutto”. Poi, di fronte a un Paese e a un Congresso profondamente divisi, Trump ha invitato a uno sforzo bipartisan: “Chiedo a tutti noi di accantonare le differenze per cercare punti in comune che consentano di arrivare all’unita’”, ha dichiarato tra gli applausi scroscianti dei repubblicani mentre i democratici guardavano impassibili.

Ha chiesto un piano infrastrutturale da 1,5 trilioni di dollari e ha sfidato i democratici a rifiutare quello che ha definito “un compromesso” sull’immigrazione in cui “nessuno ottiene tutto ciò che vuole, ma dove il Paese ottiene le riforme importanti di cui ha bisogno”. “Per 30 anni Washington ha tentato e fallito nel risolvere questo problema. Questo Congresso può finalmente riuscirci”. E sfoggiando ottimismo sulla riforma dell’immigrazione, ha indicato i quattro pilastri su cui dovrà fondarsi: la legalizzazione dei dreamers, il finanziamento del muro, la fine della lotteria per i permessi di soggiorno e l’apertura solo ai parenti stretti degli immigrati legali.

Trump ha scelto il discorso sullo Stato dell’Unione per annunciare anche che la prigione di Guantanamo resterà aperta (Barack Obama aveva promesso di chiudere il controverso Camp XRay); ha aggiunto che il momento del disarmo nucleare “sarebbe bello” ma “non è arrivato; e ha aggiunto che “Mosca e Pechino minacciano la nostra economia, i nostri interessi e i nostri valori, per questo occorre rendere più forti le forze armate”; ha rimarcato infine che gli Usa sono a fianco del popolo iraniano “contro una dittatura corrotta”. In tribuna ad ascoltarlo la moglie Melania, alla prima uscita pubblica a fianco del marito dopo lo scandalo legato a Stormy Daniels (la pornostar che avrebbe ricevuto 130mila dollari dall’avvocato di Trump per tacere su un suo incontro sessuale con il presidente nel 2016 e che adesso nega che sia sua la firma apposta in calce al documento).

La First Lady, al suo ingresso nella sala, è stata accolta da un caloroso applauso. Era interamente vestita di bianco, il colore che le donne democratiche hanno indossato l’anno scorso per mostrare il loro sostegno alla parità di genere. Il bianco, dunque, quasi un gemellaggio con le donne democratiche che quest’anno invece indossavano il nero per la stessa ragione simbolica. I democratici hanno affidato la loro risposta al 37enne Joe Kennedy, rampollo della dinastia e nuovo astro nascente della politica”. I bulli possono colpire, lasciare il segno” ma non vinceranno”, ha detto, parlando da un garage del Massachusetts, senza cravatta e senza menzionare mai direttamente Trump. E se il presidente non ha accennato al Russiagate, Kennedy ha detto che la Russia “è immersa” nella democrazia Usa” e che questa amministrazione ha tradito gli ideali americani.

“Non è giusto. Non rappresenta ciò che siamo”, è stata la frase più applaudita di Kennedy. “Potremmo classificare l’ultimo anno come caos…ma e’ molto di più…non è giusto. Non è ciò che siamo”. Joe Kennedy mon ha mai menzionato esplicitamente il presidente ma ha parlato di una “promessa americana” infranta da un’amministrazione che “che trasforma la vita in una gara in cui perchè uno vinca l’altro deve perdere”. “Siamo bombardati da una falsa scelta dopo l’altra – ha attaccato – minatori del carbone o mamme single”. Il giovane Kennedy ha dunque descritto un sistema corrotto al vertice ma ha concluso con un messaggio all’insegna dell’ottimismo. “Lo Stato dell’Unione ha speranza – ha concluso – è duraturo e resistente”.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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