Trump alla Casa Bianca: tutte le conseguenze della vittoria shock del tycoon
“In queste ore il mondo saluta l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A nome dell’Italia mi congratulo e gli auguro buon lavoro, convinto come sono che l’amicizia italo-americana continuerà a essere forte e solida”. Così il premier Renzi ha salutato il 45esimo presidente degli Stati Uniti. Colui che ha “rimodellato” Camera e Senato, diventate entrambe a maggioranza repubblicana, una situazione che non si verificava dal 1928. Hillary è stata sconfitta in Ohio, Florida, Wisconsin e Pennsylvania restando a quota 218 elettori, mentre Trump è schizzato a circa 276.
Con la sua elezione, a nuovo presidente degli Stati Uniti, le opinioni degli esperti, gridano già alla catastrofe. Le prime conseguenze sono già state registrate nella notte. Il sito d’immigrazione in Canada, ha registrato un boom di accessi. mentre sono crollate le borse di Tokyo e Hong Kong. Hanno aperto in rosso anche tutti i listini europei, che rivivono così le stesse tensioni del referendum Brexit. Proprio in queste ore il prezzo dell’oro sta salendo velocemente con gli investitori che corrono a cercare rifugio dalla volatilità in una giornata che passerà alla storia. Oro e argento diventano i beni di maggiore richiesta in questo momento di grande incertezza.
Il primo punto che favorisce una discesa degli indici americani adesso che Trump è diventato il presidente degli Stati Uniti riguarda la volontà del repubblicano di forzare le aziende statunitensi a riportare le basi produttive in America. Un esempio? La Apple: Trump ha già dichiarato di voler spingere l’azienda di Cupertino a riportare negli Stati Uniti, mentre adesso la produzione è stata spostata in Cina. Queste intenzioni potrebbero non riscontrare il parere favorevole degli investitori, almeno fin quando Trump non sveli eventuali incentivi per le aziende che rispondano alle sue volontà.
Ma vi starete chiedendo “perchè i mercati crollano ora che Trump è presidente?” La risposta è nell’imprevedibilità mostrata dal magnate americano nel gestire la politica estera.
Tralasciando le questioni come petrolio e Siria, molto delicate e su cui Trump potrebbe essere in qualche modo pericoloso, l’attenzione si sposta su ciò che il repubblicano ha intenzione di fare con Cina e Messico. Trump ha già espresso la volontà di imporre delle tasse molto salate sui prodotti provenienti da entrambi i Paesi per sfavorirne il commercio, il che potrebbe scatenare una guerra commerciale non proprio di poco peso sull’intera economia globale. Un altro motivo è l’incertezza del rapporto che il neopresidente avrà col Congresso. E sappiamo bene che il mercato non premia le incertezze.
Tuttavia, i veri effetti della sua elezionesi vedranno nel medio periodo. Trump ha etichettato la politica estera degli Stati Uniti come «un disastro completo e totale, senza alcuna visione, senza scopo, senza una direzione e nessuna strategia».
Durante la campagna elettorale ha condannato la guerra degli Stati Uniti in Iraq, le azioni dell’amministrazione Obama per il rovesciamento del governo in Libia e quello ha definito uno sforzo ostacolato per combattere l’ISIS in Siria e Iraq. Ha detto che non vi sarà «alcuna luce» sul rapporto tra Stati Uniti e Israele e ha promesso di riaprire i negoziati del «disastroso» programma sul nucleare dell’Iran. Il tutto accompagnato da dei commenti molto favorevoli sul presidente russo Vladimir Putin, anticipando che i due «andranno molto d’accordo» e promettendo di accogliere i vecchi nemici che vogliono diventare amici degli Stati Uniti, criticando l’idea che l’America debba essere il poliziotto cattivo del mondo. Sull’immigrazione, invece, prepariamoci tutti alla costruzione di un “MURO”, sì avete sentito bene!
Dal «primo giorno» della sua Presidenza Trump ha promesso di iniziare a costruire un muro impenetrabile al confine meridionale con il Messico.
Descritti da Trump come degli stupratori, spacciatori e assassini, molti dei 11 milioni di immigrati senza documenti che ha promesso di espellere dagli Stati Uniti. Chiusura temporanea del confine degli Stati Uniti nei confronti di tutti i musulmani «fino a quando saremo in grado di capire cosa sta succedendo» sulla scia dei diversi attacchi dell’ISIS in America e nel mondo.
Non si tratta propriamente di misure certe e tale orientamento potrebbe causare reazioni che non possiamo immaginare.