Svezia, primo impianto al mondo di mano robotica permanente
È una donna svedese “la prima beneficiaria al mondo” di un impianto trans-radiale stabile e permanente per il controllo di una mano robotica.
Per la prima volta al mondo una mano robotica è stata impiantata in modo permanente e potrà essere utilizzata quotidianamente. L’intervento è stato eseguito in Svezia su una donna di 45 anni e la mano robotica è stata costruita grazie al progetto europeo DeTOP, guidato da Christian Cipriani, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il nuovo impianto è stato sviluppato in Svezia dal team guidato da Max Ortiz Catalan presso Integrum, l’azienda che per prima ha realizzato una protesi artificiale usando la tecnica dell’osteointegrazione, in collaborazione con la Chalmers University of Technology.
In un intervento chirurgico pioneristico, sono stati innestati impianti in titanio nelle due ossa dell’avambraccio della donna (radio e ulna), sfruttando la tecnica dell’osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari. La donna, alla quale la mano era stata amputata nel 2002, sta seguendo un programma di riabilitazione per riacquistare forza nei muscoli dell’avambraccio, ormai indeboliti, utilizzando la realtà virtuale, sta imparando a controllare la mano robotica. Nelle prossime settimane potrà tornare a casa e usare quotidianamente la sua nuova mano. Con il nuovo impianto attraverso 16 elettrodi inseriti nei muscoli residui, sarà possibile estrapolare una quantità maggiore di informazioni al fine di consentire un controllo più efficace della mano robotica. Grazie agli elettrodi impiantati nei nervi, che servono a creare un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso, la donna potrà invece recuperare le sensazioni tattili perdute dopo l’amputazione attraverso dei sensori che guidano la stimolazione del nervo. Uno degli elementi centrali di questo lavoro, proseguono gli esperti, è che si tratta della prima tecnologia utilizzabile nella vita di tutti i giorni, non solo all’interno di un laboratorio di ricerca.
“Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata – commenta Christian Cipriani, responsabile scientifico del progetto Detop – e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale”.