Sul Golgota A Spirar, una suggestiva passeggiata con i battenti tra i vicoli di Minori
Ogni anno a Minori, piccolo gioiello della Costiera Amalfitana, durante la Pasqua si rinnova il tradizionale rito dei battenti. Un momento magico da assaporare nella meravigliosa cornice di questo borgo costiero, in una perfetta sintesi tra originalità e fede.
“Sul Golgota a spirar” edito da Squilibri, a cura di Pasquale Scialò e Francesca Seller è testo corredato da due cd in cui integralmente vengono per la prima volta registrati i canti dei battenti, un’impressionante testimonianza sonora del rito unico che si svolge durante la Settimana Santa a Minori.
Cultura a Colori ha avuto l’onore di intervistare la Professoressa Francesca Seller, docente di Storia della musica presso il conservatorio “G. Martucci” di Salerno.
Come nasce questo volume e di cosa tratta?
«Il volume nasce come progetto della scuola di didattica della musica del Conservatorio Martucci di Salerno. Insieme ai nostri studenti abbiamo intrapreso un percorso di indagine sui riti dei battenti di Minori. Abbiamo seguito il rito con molta attenzione per alcuni anni e finalmente quest’anno siamo riusciti a mettere nero su bianco il frutto del nostro lavoro e grazie al conservatorio e ad un editore romano (Squilibri editore) che ha creduto in noi è nato “Sul Golgota a Spirar”. La grande novità risiede nella presenza di due cd in cui, integralmente, vengono per la prima volta registrati i canti dei battenti».
Da cosa scaturisce il titolo “Sul Golgota a Spirar”?
«Il titolo è l’inizio di uno dei versi cantati dai battenti».
Quali sono le particolarità di questi riti?
«Il rito comincia il giovedì pomeriggio e va avanti fino a notte inoltrata quando i battenti incappucciati percorrono i vicoli che sovrastano Minori toccando tutte le antiche chiese delle zone periferiche della cittadina. Il giorno dopo, all’alba il giro prosegue, intervallato dai canti. In particolare, i canti prevedono due modalità esecutive una per il giovedì santo e una per il venerdì santo la mattina denominati “a tono ‘e vascio e a tono ‘e ‘ncoppa” sono due modalità diverse di cantare, una più complessa e una più semplice la cui tradizione viene tramandata proprio da questa arciconfraternita che è molto viva e molto attiva sul territorio. Abbiamo riscontrato che molte persone originarie di Minori e che abitano altrove, tornano appositamente in paese per poter partecipare a questo rito penitenziale e canoro, che rappresenta un segno di grande originalità di grande identità per i cittadini di Minori».
Quindi possiamo parlare di una tradizione tramandata?
«Il rito viene tramandato oralmente e l’arciconfraternita del Santissimo Crocifisso custodisce questa ritualità. Un paio di mesi prima dell’inizio del rito ritornano a fare le prove a cui partecipano gli anziani, i giovani e addirittura i bambini perché il rito si allarga un po’ a tutte le fasce sociali e d’età. Ripetono i canti, rinnovano la loro abilità per poi potersi “esibire” che forse è una parola poco adatta durate questo rito processionale che tra l’altro è anche impegnativo dal punto di vista fisico, visto che il tragitto è piuttosto lungo».
Quali sono le origini di questi canti?
«Ad oggi non è stato possibile rintracciare con sicurezza l’origine di questi canti ma, sul territorio parlano di possibili influenze di tipo bizantino».
Perché ne consiglia la lettura?
«Perché è un libro unico nel suo genere e perché oltre a contenere la registrazione dei canti, contiene la trascrizione degli stessi. La trascrizione è stato un passaggio necessario se la musica orale non viene trascritta non è possibile studiarla e capirne le caratteristiche e confrontarla con situazioni similari in altri posti d’Italia».