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Suicidio a 5 Stelle, quando 30mila decidono per 10 milioni: manca un processo

L’elettorato del Movimento 5 Stelle si spacca dopo il caso sul processo Diciotti. Negata l’autorizzazione a procedere per il processo a Salvini ed ai membri del governo. La reazione dell’elettorato sul web non si è fatta attendere.

E’ stato un vero e proprio suicidio a 5 Stelle. La votazione sulla piattaforma Rousseau ha decretato che, col 51% dei voti, non si sarebbe dovuto procedere con il processo. La decisione è stata poi confermata dalla commissione parlamentare che, grazie proprio ai commissari grillini, è stata notificata ai pm catanesi.

L’elettorato si spacca: il Movimento 5 Stelle fallisce la prova di governo

Quando si era saputo di Quota 100 e del Reddito di Cittadinanza elogiare il Movimento era stato semplice. Addirittura era stato giusto, perché il Movimento ha mantenuto, seppur in maniera minimale e con spirito diverso, quelle che erano le promesse elettorali. La cosa che però ha fatto infuriare letteralmente votanti è stata la facilità con la quale Luigi Di Maio ha cambiato idea.

Non era certamente la prima volta. Nello specifico un tempo, in campagna elettorale, si scagliava contro l’immunità parlamentare ed oggi invece se ne avvale. Lui, Toninelli e Salvini non andranno a processo per il caso Diciotti. Lo ha deciso la rete? Non è così. Analizziamo i numeri.

Suicidio mediatico: 30mila hanno deciso per oltre 10 milioni di elettori

L’affluenza il giorno del 4 marzo 2018 si era attestata intorno al 73%. Un dato positivo, in molti avevano preferito votare Movimento 5 Stelle, la forza del cambiamento, anziché stare a casa. In circa 10 milioni (media tra votanti alla Camera ed al Senato) avevano votato per il cambiamento. Tra questo cambiamento c’era l’onestà (“Honestà, Honestà!”) che questa settimana è stata delusa.

Ora, la furia del web e la spaccatura dell’elettorato storico di convinti del Movimento 5 Stelle è stata evidente. Sui social molti grillini si sono lamentati e forse non voterebbero più per i 5 Stelle. Al Parlamento europeo si preannuncia un disastro, e questo non farà che favorire la Lega di Salvini, la più forte mai esistita.

Sulla piattaforma Rousseau (che a proposito “prende soldi pubblici e funziona malissimo”) in 30mila hanno votato affinché fosse negata l’autorizzazione a procedere. Parlare di “persone” è forse anche troppo, sarebbe il caso di parlare di “click”. Circa 30mila click, una miseria che si attesta al 51% (una maggioranza di voti scarna e risicata). D’altronde la decisione l’avevano già presa i parlamentari a 5 Stelle ed oggi è arrivato il regalo di Salvini: autorizzato il rinvio a procedere per la Tav.

Insomma più che un Governo del Cambiamento questo sembra un Governo del Compromesso. Gli elettori, però, se ne sono accorti e quando passeranno dal web alle urne ce ne si accorgerà.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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