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Spagna, minacciata la Catalogna: “Applicheremo l’articolo 155”

Potrebbe diventare presto un nuovo Stato, ma è inutile cantar vittoria prima del tempo.

La Catalogna ha attirato su di sé tantissime simpatie, soprattutto di tutti coloro che, pur sentendosi un popolo a tutti gli effetti, non hanno una casa o un’indipendenza formale. La Spagna ha gestito la crisi in modo poco ortodosso. Azione prevedibile dal momento che questo poteva essere considerato un atto quasi secessionistico. Mancava soltanto che si imbracciassero le armi, ed anche ieri 200mila persone era in piazza per protestare contro gli arresti operati dalla polizia.

Le conseguenze di un’eventuale indipendenza, sbandierata con tanto di vessillo ufficiale del nuovo Stato, potrebbero essere catastrofiche. Perché, effettivamente, che cosa significa indipendenza? Esserlo vuol dire poter operare delle scelte politiche, e governative, in un delimitato territorio. Sottrarsi ad oneri fiscali imposti dal Governo centrale (il che non vuol dire non pagare le tasse) versandoli nelle casse di un nuovo potere localizzato. L’affermazione della sostanza e della costanza (quella ideologica), che tanto sta irritando Madrid. Scendere nel profondo, alle radici di questo sentimento, non è semplice. A spiegarlo potrebbero essere i curdi, i napoletani, i veneti, gli slavi, finanche chi l’indipendenza l’ha ottenuta come i cechi, oppure chi al proprio interno ha un miscuglio di religioni ed “etnie” (che un po’ lo si dice per dirlo) come i kosovari.

“Se entro domani il presidente catalano Carles Puigdemont non rinuncerà alla dichiarazione d’indipendenza della Catalogna, il governo spagnolo sospenderà l’autonomia della regione. Lo ha ribadito la vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria a 24 ore dalla scadenza dell’ultimatum posto da Madrid: Se domani non fornirà una risposta soddisfacente, il signor Puigdemont provocherà l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione”. E’ stato fortissimo il messaggio si Saenz de Santamaria in parlamento. Si invoca l’articolo 155 della costituzione spagnola che, se applicato con il via libera del Senato e la mano esecutiva del Governo, porterebbe al commissariamento della regione.

Resta da capire le ragioni: perché dopo le epoche dei grandi nazionalismi (anacronisti) sviluppatisi prima delle due grandi guerre e con uno spirito nazionalistico sempre più complesso, si stia tornato a quello stadio retrogado anziché andare avanti. Il mondo corre in una direzione che propende al globale, ma alcuni popoli continuano a nutrire sentimenti ideologici di altre epoche. Come se domani volessero svegliarsi tutti cavalieri (armati di iphone magari).

Eppure, scrivono gli storici sui libri di storia, al contadino del Medioevo non importava chi governasse. “Le tasse le pagherò sempre” avrebbe detto, “cosa importa a chi?” Catalogna, o Spagna. Certe volte, non importa davvero.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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