Soglia di allerta per il livello di ozono in Italia. È bollino rosso.
Particolarmente in Lombardia è salito vertiginosamente negli ultimi giorni il livello di ozono, al punto da raggiungere la soglia di allarme (240 microgrammi per metro cubo) in alcune città, come in provincia di Varese e di Monza, Como, Lecco e Milano.
26 le città italiane a destare preoccupazione e tra queste Montemonaco di Ascoli Piceno, per cui la Regione Marche rende noto che secondo il monitoraggio dell’Arpam, la «qualità dell’aria […] il giorno 2 agosto è stata registrata, per l’ozono, la concentrazione oraria di 205 microgrammi al metro cubo, alle ore 16, un valore superiore alla soglia di 180 microgrammi al metro cubo che rende obbligatorio informare la popolazione».
L’hashtag #caldorecord è al primo posto oggi pomeriggio fra le tendenze di Twitter in Italia e gli utenti italiani non perdono l’ironia. Però l’aumento del caldo e di ozono stanno avendo conseguenze anche nel campo dell’allevamento e dei consumi di elettricità.
A sensibilizzare sul problema l’allarme lanciato da Coldiretti regionale sulla base dei dati Ucea. L’eccessivo caldo e lo stress che causa agli animali nelle stalle marchigiane sta portando a una progressiva diminuzione nella produzione di latte e formaggi. Gli allevatori hanno dovuto cessare le mungiture con un anticipo di due mesi nel migliore dei casi, e la mancanza di fieno fresco blocca la produzione di formaggio pecorino. Infatti la calura intensa ha “bruciato” il 50% dei foraggi per l’alimentazione degli animali.
Mentre nelle case degli italiani, in cerca di ristoro dal caldo eccessivo, aumenta il consumo elettrico stando ai grafici sul sito del gestore della rete Terna. Per il momento si sono superate le previsioni di consumo salendo oltre i 55.000 Megawatt ora – che comunque non supera il picco storico del luglio 2015 con i suoi 60.500 Mw-.