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“Siadom”, per sviluppare l’integrazione femminile

Al via il progetto “Siadom”, finanziato dalla Regione Veneto per sviluppare nuovi modelli di integrazione per le donne. Il prossimo 25 ottobre l’evento di lancio con Marta Telatin, formatrice cieca che spiega l’inclusione bendando i partecipanti. Coinvolti 150 tra hr e imprenditori; 44 i partner coinvolti

La Regione Veneto ha finanziato alcune azioni di sistema per garantire il miglioramento della qualità di vita e di lavoro in azienda. Un’iniziativa politica dedicata a modelli comportamentali e produttivi che ha come obiettivo ultimo la parità di opportunità. La cornice legislativa è quella della direttiva ridenominata “Pari” (Progetti e azioni di rete innovativi per la parità e l’equilibrio di genere, ndr).

Nel Padovano, Fòrema sta operando all’interno di “Pari” con il progetto “Siadom” (Social Innovation alliance for diversity management and innovation of organizational models, ndr), progetto che si è posto come obiettivo quello di rompere il soffitto di cristallo contro il quale oggi si fermano le aspettative delle donne. Per realizzarlo, sono stati coinvolti 44 partner tra organismi pubblici e privati, da citare tra gli altri la collaborazione delle Università di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Il prossimo 25 ottobre “Pari” decollerà a Padova con un evento, che vedrà protagonisti quattro enti impegnati ad abbattere altrettante barriere dentro le aziende. Sono previsti quattro focus tematici: leadership femminile e percorsi di carriera (curato da Irecoop Veneto); diversity e modelli organizzativi (curato da Fòrema, che presenterà il suo “Siadom”); divario retributivo e di genere (di Ascom Padova); imprenditorialità femminile (di Cescot Padova). 

L’evento è previsto dalle 9 di mattina alle 18 presso il centro congressi di Villa Ottoboni, a Padova, in via Padre Ramini; nel tardo pomeriggio è programmato anche un evento di formazione tramite una esperienza teatrale. L’evento fa parte anche della rassegna del Digitalmeet 2023, uno dei più grandi festival italiani su alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese. 

Gli stakeholder presenti potranno vivere un’esperienza unica nel suo genere. In cattedra salirà infatti Marta Telatin, padovana che ha perso la vista durante l’adolescenza per una malattia genetica e che da allora lavora nell’ambito della formazione e della scrittura. I presenti saranno tutti bendati e nella totale oscurità saranno chiamati a fare dei giochi di ruolo e ad interagire, senza poter usare lo sguardo. Una metafora della vita in azienda: le relazioni devono essere basate su obiettivi e competenze, il lavoro va giudicato (e pagato) non in base all’apparenza del lavoratore ma bensì in base alle sue reali capacità. 

“Gli obiettivi del progetto sono molteplici”, spiega Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Lotta agli stereotipi e alla discriminazione basata sul genere, attraverso la promozione di interventi che possano favorire la diffusione di un diverso approccio culturale alla parità di genere. Ma anche partecipazione equilibrata al mercato del lavoro, attraverso la realizzazione di azioni per un maggior equilibrio tra vita professionale e vita privata, una redistribuzione dei carichi nei compiti di cura familiare e una migliore qualità di vita delle persone. Senza dimenticare l’implementazione di azioni volte a una maggiore autodeterminazione delle donne e all’incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro in tutte le sue forme, compresa l’imprenditorialità”.

Concretamente, Fòrema per il progetto “Siadom” ha formato un team di lavoro che, dopo la presentazione ufficiale del 25 ottobre, creerà appuntamenti, incontri, network, scambio di informazioni, ma anche materiali didattici e work shop per un anno intero, sempre nell’ottica di favorire il diversity management nelle aziende. L’obiettivo è coinvolgere almeno 150 stakeholder, tra di loro hr, direttori del personale e imprenditori. Saranno promosse opportunità di certificazione di genere e di family audit, l’adozione di piani di diversity management, piani di welfare, bilanci di genere. Ma saranno anche facilitati lo scambio di buone pratiche riguardanti il diversity management e nuovi modelli organizzativi basati su forme di flessibilità che non causino danni ai percorsi di carriera e alla situazione economica delle donne.

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