Safe Tga: allevatori e studiosi della Campania al lavoro per la valorizzazione delle capre cilentane, ovini bagnolesi e laticauda e suini casertani
Importante passo in avanti per la valorizzazione delle razze autoctone in via di estinzione della regione Campania. Ad accendere un faro importante su tante tipologie di animali sono stati gli attori del progetto “SafeTga” che proprio in questi giorni arriva al giro di boa.
Sono diverse le razze animali che beneficiano dell’attenzione sollevata su di loro da questo progetto che ha a cuore la custodia delle identità storico culturali dei territori delle aree interne, proprio attraverso la conoscenza dei tipi genetici autoctoni animali minacciati di estinzione.
Il lavoro è inquadrato nell’ambito della sottomisura 16.5 – Tipologia d’intervento 16.5.1 – Azioni congiunte per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento ad essi e per pratiche ambientali in corso).
In questi primi mesi, il gruppo di lavoro ha evidenziato criticità e tempistiche d’intervento sulle razze interessate. L’osservazione in loco degli animali attraverso visite continue alle strutture che li ospitano è stata uno dei punti fondamentali di un percorso che, al termine, darà importanti indicazioni sulla strada da prendere per gli sviluppi futuri.
Dati, temi e problematiche sono stati oggetto di una serie di seminari messi a punto per discutere delle criticità emerse nei territori direttamente interessati.
Lo scenario di Magliano Vetere e quello, altrettanto suggestivo di Montano Antilia, è stato il palcoscenico ideale per spiegare gli interventi da effettuare sulla Capra Cilentana, razza autoctona della Regione Campania che vive proprio in questi territori.
Buona l’affluenza al workshop di Bagnoli Irpino che ha avuto al centro le opportunità offerte dall’ovino bagnolese. Sono mesi questi nei quali sta avendo un interesse particolare proprio il formaggio prodotto con il loro latte: il Pecorino Bagnolese.
Fine anno in compagnia dell’Ovino Laticauda e del Suino Casertano. Quest’ultimo oggetto di un destino davvero particolare. Da un lato il numero sempre più esiguo di allevatori disposti a garantire la conservazione della razza, dall’altra invece l’azione forte di marketing speculativo sul nome che lo accompagna in macelleria ovvero “nero o maialino casertano” che al consumatore distratto farebbe credere che si tratta proprio di quello che invece è in via di estinzione.
A partire dal nuovo anno prenderà il via la seconda fase del progetto che arriverà a conclusione fra 12 mesi con i risultati definitivi.