Romania, decreto salva-corruzione: scontro fra Presidenti, il governo fa dietrofront
E’ caos in Romania. A Bucarest e nelle principali città rumene, infatti, si sono tenute manifestazioni per circa dieci giorni dove il popolo ha protestato contro il governo Grindeanu per l’abrogazione di un decreto che avrebbe dovuto liberare decine di ex importanti funzionari in carcere per corruzione, frode nei confronti dello stato o abuso d’ufficio. A detta di molti, il leader avrebbe proposto questo decreto per riabbracciare vecchi amici e conoscenze pronti ad aiutarlo nel governo da poco eletto dal popolo.
Il decreto proposto dal governo, infatti, avrebbe cancellato o alleggerito le pene di alcuni politici o personalità importanti incarcerati, mentre avrebbe punto i reati con la carcerazione solo se le somme in gioco ammontano a più di 44mila euro.
Le manifestazioni sono iniziate il 31 gennaio scorso e, dopo alcuni giorni di intense proteste con scontri fra polizia e dimostranti, il governo ha deciso di revocare il decreto mentre Florin Jianu, ministro del Commercio, ha annunciato le proprie dimissioni.
LA DIATRIBA FRA I PRESIDENTI – Il clima politico in Romania non è dei migliori e c’è anche una netta divisione interna fra Klaus Iohannis, il Presidente della Repubblica romena che si è schierato apertamente dalla parte dei manifestanti partecipando anche a molte manifestazioni e Sorin Grindeanu, primo ministro romeno di centrosinistra in carica dallo scorso 11 dicembre. Il presidente della Repubblica, infatti, ad un’emittente locale a margine di una manifestazione a cui ha preso parte , ha cosi commentato la situazione che si è venuta a creare “Le depenalizzazioni proposte dal governo Grindeanu rappresentano un gravissimo un atto inammissibile ed inaccettabile, disposto senza il parere del Consiglio superiore della magistratura. Ritengo questo è più grave passo indietro che ha fatto la Romania negli ultimi dieci anni, cioè da quando è caduto il governo comunista di Ceausescu e siamo entrati a far parte dell’Unione Europea.”
Certamente, quando avvenuto a Bucarest nei giorni scorsi, non avrà avuto la stessa risonanza che è accaduto negli anni 80’ con Solidarność in Polonia, ma il popolo romeno ha dimostrato intesa ed unità di intenti, sfidando il potere e “vincendo” la sua personale battaglia contro il governo stesso.