Rapina a Lanciano, arrestati tre della banda
Gli arrestati sono romeni tra i 20 e i 30 anni: inseguiti dai militari stavano scappando con l’auto usata per l’aggressione ai coniugi Carlo Martelli e Niva Bazzan. Del gruppo accusato di aver commesso la rapina in villa fa parte anche un italiano.
Sono scattati i primi tre arresti per la rapina di domenica scorsa a Lanciano ai danni del chirurgo Carlo Martelli e della moglie Niva Bazzan, entrambi 69enni, brutalmente picchiati.In manette sono finiti tre romeni, che stavano per scappare con l’auto usata per l’assalto alla villa dei due coniugi. Gli arrestati sono due fratelli e un cugino di età compresa tra i 20 e i 30 anni: sono stati bloccati nella notte nelle campagne attorno a Lanciano e avevano con loro circa 3.400 euro. A Lanciano è in corso una vasta operazione delle forze dell’ordine a caccia del capo banda, un italiano con accento pugliese: decine di uomini della polizia e dei carabinieri hanno circondato una palazzina in corso Roma, nel cuore della città, dove abita una famiglia di romeni.
«Queste bestie devono marcire in galera!» commenta su Twitter il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
I tre rapinatori- attualmente sotto interrogatorio – stavano scappando su una Golf di colore blu con targa romena. La macchina è stata bloccata dai carabinieri dopo un inseguimento concluso in località Costa di Chieti. L’auto è stata portata al commissariato di Lanciano per essere analizzata per trovare dei riscontri validi attraverso impronte digitali e tracce biologiche.
Gli investigatori stringono il cerchio intorno a una banda «mista»: alcuni componenti sarebbero pugliesi, mentre altri dell’Est Europa. La svolta nella serata di martedì quando è stata registrata una testimonianza fondamentale. Quella di un uomo che è stato vittima della banda nei mesi scorsi. «Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci, tutto combacia: il capo forse è un pugliese, e gli altri sono dell’Est Europa».
Dalle testimonianze raccolte in queste settimane, comunque si fa sempre più strada che sia la stessa banda che ha colpito per altre cinque volte – e sempre con modi brutali – nella zona del chietino.
Insomma la pista, anche se per ora non ci sono riscontri concreti, potrebbe essere quella di un’unica banda di italiani e stranieri la cui firma sarebbe la violenza efferata delle azioni. Per ora non c’è un fascicolo unico di inchiesta né un accorpamento delle indagini nelle mani dei carabinieri del provinciale di Chieti che hanno indagato sui 5 dei casi precedenti, senza fin qui trovare un colpevole.
Quanto alle condizioni di salute dei coniugi, stamattina dovrebbe essere dimessa Niva Bazzan, il marito, invece, dovrebbe restare ricoverato in ospedale ancora qualche giorno. Alla notizia degli arresti, il chirurgo aggredito, ha commentato: «Ora sono più sereno, voglio tornare al più presto alla normalità».