Quarantuno anni fa l’omicidio di Peppino Impastato
Il 9 maggio 1978 veniva ucciso a Cinisi il giovane giornalista e militante di Democrazia Proletaria Peppino Impastato.Il suo corpo venne ritrovato straziato sui binari della linea ferroviaria insieme ad una carica di tritolo che lo aveva fatto saltare in aria. Quello che all’inizio venne fatto passare per un suicidio, o un incidente capitato al giovane mentre faceva un attentato, oggi è riconosciuto come omicidio di mafia. Quando morì Peppino aveva appena trent’anni: aveva scelto, pur abitando a cento passi dalla casa del boss Tano Badalamenti, di alzare la voce contro la criminalità organizzata che avvelenava Cinisi e la Sicilia. E’ stata lunga però, la strada per ottenere la verità, la battaglia condotta dalla mamma Felicia Bartolotta, dal fratello Giovanni e dagli amici di Peppino, che scelse di combattere la mafia che aveva dentro casa. Il padre Luigi era stato inviato al confine durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia del paese Cesare Manzella, ucciso nel 1963 in un agguato.