Qual è la postura corretta? (seconda parte)
Senti parlare di postura sin da quando sei bambino per il peso dello zaino e l’altezza del banco. Durante l’adolescenza hai sentito parlare di cifosi, scoliosi e ginnastica posturale. In età adulta ai primi mal di schiena è sempre colpa della postura, del materasso e delle troppe ore passate davanti al computer. Qual è, dunque, la postura corretta?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire finalmente cosa si intenda per postura, cosa la influenza e come possiamo cambiarla in meglio. Le definizioni di postura sono tante e variegate, a me piace la seguente:
“La postura è il modo in cui il nostro corpo occupa lo spazio intorno a sé.”
Come decide il tuo cervello (in fin dei conti comanda lui) di occupare lo spazio intorno a sé in un modo o in un altro?
Sostanzialmente lo decide grazie a tre cose: le informazioni che gli arrivano dall’esterno, le informazioni che gli arrivano dall’interno, e infine queste due vengono filtrate dalla tua personalità.
Oggi ci occuperemo della seconda parte, cioè delle informazioni che arrivano dall’interno, e ci dedicheremo in particolare ad un argomento specifico che viene spesso trascurato quando si parla di postura:
La correlazione tra postura e cicatrici
Il nostro cervello è sempre a conoscenza di tutto quello che accade all’interno del nostro corpo. Milioni di informazioni viaggiano alla velocità di 120 metri al secondo attraverso gli impulsi nervosi. Grazie a queste informazioni ad esempio sullo stato di salute dei nostri organi, il cervello come un supercomputer può elaborare in poco tempo una postura per proteggere un organo in difficoltà.
Ti è mai capitato di avere una colica renale e di ritrovarti piegato in due dal lato del rene dolente? Non c’è verso di cambiare posizione nemmeno con la forza!
Questo accade perché in quel momento il tuo cervello sta usando tutte le strategie a sua disposizione per posizionare il corpo in modo tale da togliere tensione alla tua fascia renale. Questo è un caso eclatante, acuto, evidente di connessione fra atteggiamento posturale e organi interni.
Cosa succede poi se un organo interno invia costantemente e in modo più silenzioso informazioni distorte e negative al tuo cervello?
Può alterare a lungo andare ed in maniera molto subdola la tua postura. Farò un esempio pratico:
Gli interventi chirurgici
Ogni intervento chirurgico, sia toracico che addominale, può nel tempo alterare la postura per almeno tre motivi.
1) Le cicatrici e le aderenze creano dei punti di tensione.
Chiedete ad una donna che avuto uno o più tagli cesarei quanto tirava la cicatrice nel post-operatorio quando provava a mettersi con la schiena dritta e a stiracchiarsi. Chi ha avuto un intervento chirurgico al cuore a cielo aperto sa benissimo che nel tempo le spalle e il torace tendono a chiudersi in avanti a causa della tensione della cicatrice sternale.
2) Gli organi sono legati alla colonna vertebrale e al bacino.
L’intestino, l’utero, le ovaie non sono ballerini all’interno del corpo, essi infatti per restare in posizione sono ben fissati con dei legamenti alla colonna e al bacino. Quando gli organi vengono asportati questi legamenti vengono rescissi. Ci sono ad esempio dei legamenti che collegano l’utero all’osso sacro. Dopo un intervento all’utero inevitabilmente a livello del bacino ci saranno dei cambiamenti. Per intenderci pensa cosa accadrebbe al ginocchio se gli venissero tagliati i due legamenti crociati…
3) Ogni organo corrisponde ad una vertebra.
Ogni organo corrisponde ad una zona precisa della colonna vertebrale, dalla quale riceve i nervi, quindi possiamo dire che ogni organo corrisponde ad una vertebra. Ad esempio lo stomaco corrisponde alla zona fra le scapole. Se un organo è infiammato, affaticato o presenta aderenze, i muscoli delle vertebre corrispondenti saranno a loro volta contratti e dolenti.
Che cosa fare in questi casi?
Per evitare fastidiosi mal di schiena l’ideale sarebbe sottoporsi ad un ciclo di terapie osteopatiche circa sei mesi dopo aver subito un intervento chirurgico. Se sei stato sottoposto ad un intervento chirurgico anni fa non preoccuparti. Anche dopo molto tempo, con un po’ di pazienza, si possono sempre ottenere degli ottimi risultati con tecniche manuali specifiche per mobilizzare le aderenze, ammorbidire la cicatrice e riportare quindi la tua postura in armonia.
Per leggere la prima parte, cliccare qui