Primo Maggio di cortei e scontri in tutto il mondo
Primo Maggio di proteste e scontri nelle diverse capitali del mondo. A Parigi alcuni gruppi violenti si sono infiltrati nelle manifestazioni per il lavoro. Tensioni anche a Istanbul mentre Mosca e Cuba hanno visto cortei pacifici sfilare per le strade.
E’ un Primo Maggio segnato da proteste e scontri in diverse capitali del mondo. A cominciare da Parigi, dove 1.200 black bloc incappucciati si sono messi con prepotenza alla testa del corteo sindacale che era partito da piazza della Bastiglia mentre sfilava all’altezza del Ponte d’Austerlitz. I gruppi violenti hanno distrutto le vetrine di un McDonald’s, incendiato una concessionaria della Renault e altri esercizi commerciali e lanciato ordigni incendiari e fumogeni. Per respingerli le forze dell’ordine hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e a cannoni ad acqua. Nel giro di qualche ora, circa 109 black bloc sono stati messi in stato di fermo. Era stato il ministro dell’interno, Gérard Collomb, ad assicurare che i responsabili sarebbero stati individuati e arrestati.
Tensione, nella giornata della Festa del Lavoro, si è vissuta anche ad Istanbul, dove le autorità turche hanno dispiegati 25 mila agenti, chiuse 4 stazioni della metropolitana così come le due linee di funicolare che portano nel cuore della città. In barba al divieto imposto di marciare verso Piazza Taksim – luogo simbolo del Primo Maggio – e nonostante i blocchi imposti dalla polizia, piccoli gruppi di rappresentanti sindacali sono riusciti a deporre ghirlande e fiori lì dove il Primo Maggio del 1977, 34 persone furono uccise. In tutta la città i manifestanti arrestati sono stati almeno 45.
Ma non è stato solo un Primo maggio di scontri. Grande folla – calcolata in almeno 120.000 persone – ha marciato festosa per le vie di Mosca nonostante la pioggia. A Cuba si sono trovati per la prima volta fianco a fianco nel corteo dei lavoratori in Plaza de la Revolucion, il nuovo presidente Miguel Diaz-Canel e il suo predecessore Raul Castro. Cortei anche in Grecia, in Germania e in ben 70 città della Spagna. Anche a Seul i lavoratori sudcoreani hanno marciato per chiedere il salario minimo.