CINEMAHOMESpettacolo

Piccole Donne, recensione del film di Greta Gerwig

Nel cast figurano Saoirse Ronan, Emma Watson e Timothée Chalamet.  La pellicola copre tutta l’opera della Alcott, compreso Piccole Donne Crescono.

Dopo il grande successo di Lady Bird, Greta Gerwig sceglie il capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole Donne, per portare avanti il suo percorso da regista. Non era affatto facile affrontare la sfida di riproporre nel 2020 un nuovo adattamento del celebre romanzo di Louisa May Alcott dopo ben quattro trasposizioni precedenti (l’ultima con Winona Ryder/Jo di Gillian Armstrong è del 1994), ma Greta Gerwig è riuscita a vincere questa sfida con una sua rilettura personale e originale delle opere della Alcott.

La regia porta lo spettatore a guardare la vicenda in maniera non didascalica, attraverso salti temporali che in un primo momento possono recare confusione a chi non conosce bene la storia.

Una delle intuizioni più felici della Gerwig è quella di mostrare l’affetto tra le sorelle March con un dinamismo e una vivacità molto moderni e aderenti al modo d’essere tipico delle adolescenti. Le quattro ragazze parlano una sopra l’altra, interrompendosi in continuazione, e lanciandosi l’una sull’altra su tappeti, divani e letti, quasi a formare un “corpo unico”, che era poi il vero sogno della Alcott: vivere sempre insieme alle sue sorelle, senza che nessuna di esse si sposasse.

Il film tratteggia la storia delle sorelle March desideroso di credere nel proprio talento per farsi largo in una società in cui la figura femminile non è considerata al pari di quella maschile.

Jo delle quattro sorelle March è sicuramente la più ribelle,  una femminista che si è opposta alle pressioni sociali del suo tempo. Ma in realtà ognuna delle sorelle March corrisponde a un diverso tipo di donna: Meg che desidera un matrimonio d’amore e dei figli, Amy indecisa tra l’ambizione verso una carriera prestigiosa o, in mancanza di essa, di un matrimonio d’interesse, e Beth che non osa lanciarsi nel mondo e per timidezza e paura si rifugia nella sicurezza di casa propria

Il primo motivo che rende quindi la storia sempre attuale è la voglia di farcela delle protagoniste, intente a raggiungere i loro obiettivi, grazie anche al favoloso rapporto che hanno tra loro.

Le donne hanno una mente, hanno un’anima non soltanto un cuore! Hanno ambizioni, hanno talenti e non soltanto la bellezza! Sono così stanca di sentir dire che l’amore è l’unica cosa per cui è fatta una donna, sono così stanca di questo!

“Jo March”

La macchina da presa rende vivo il legame tra le donne di casa March in una sequenza particolare: durante la vigilia di Natale le sorelle si stringono intorno alla madre, che legge loro una lettera inviata dal padre impegnato nella guerra di secessione come cappellano. Qui emerge il valore della famiglia, vista come porto sicuro; lo stesso in cui si rifugia Laurie, loro vicino di casa la cui famiglia è composta soltanto da suo nonno e che vede in casa March un nido protettivo.

La storia viene rispettata dalla regista ma arricchita da una scrittura moderna di cui beneficia non solo Jo, che lega la Alcott e la Gerwig grazie alla sua passione per la scrittura, ma in particolare Amy, personaggio qui decisamente arguto, interpretato da Florence Pugh, dove in un dialogo con Laurie analizza il ruolo della donna nella società, che non le permette di lavorare e di far fruttare il suo talento, e gli effetti del matrimonio, dove le donne si ritrovano a non possedere nulla, poiché ogni bene diventa proprietà del marito, compresi i figli.

Ma non saremmo, probabilmente, qui a parlare con tanto entusiasmo di questo film se non fosse per il cast stellare che Greta Gerwig è riuscita a mettere insieme.

Se fotografia, scenografia e montaggio contribuiscono alla bellezza di questa pellicola, ciò che brilla davvero è il cast che vede in scena alcuni dei migliori attori della Hollywood contemporanea accanto a grandi attrici Premio Oscar come Laura Dern e la sempre stupefacente Meryl Streep.
Saoirse Ronan è una Jo grintosa e fragile allo stesso tempo, che dà voce alla complessità femminile in modo sublime, Timothée Chalamet, con quell’aria malinconica e allo stesso tenpo affascinante, ma la vera sorpresa del film è Florence Pugh, che costruisce una Amy carismatica, molto diversa dalla versione frivola e capricciosa a cui siamo abituati. Mentre Emma Watson quasi delude per la sua interpretazione piatta, senza particolari guizzi.

Il nuovo Piccole donne è esattamente tutto quello che avremmo potuto desiderare da un nuovo adattamento cinematografico: brillante, personale, femminista avendo però rispetto per quello che è un classico senza tempo che ha accompagnato l’adolescenza di tutte noi.

Greta Gerwig unisce la sua voce a quella di Louisa May Alcott, realizzando un’opera estremamente delicata, ed emozionante. Un film da vedere in compagnia della propria mamma e delle sorelle per ricordarci di quanto sia bello e confortante avere una bella famiglia su cui contare!

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori