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Manovra, voto di fiducia dopo la rissa sfiorata alla Camera

Entro il 31 dicembre la manovra dovrà essere sul tavolo di Mattarella. Una corsa contro il tempo, costellata da liti e tensioni, che inizierà oggi alla 17. Si voterà fino alle 24  per esaminare i 244 ordini del giorno presentati al testo. La seduta riprenderà poi dalle 9 di domani.
IERI RISSA IN AULA
La versione finale della manovra non è stata votata dalle camere. Questo ha creato proteste da parte delle opposizioni.  «Non volevamo deliberatamente comprimere i tempi ma si è creata una situazione non ideale: confidiamo che non si ripeta più», si giustifica il Premier. Ma mentre Conte sta tenendo la sua conferenza di fine anno in aula lo scontro si accende. Il sottosegretario Massimo Garavaglia viene colpito alla testa da un faldone della manovra lanciato da Emanuele Fiano, deputato Pd . Nel pomeriggio, all’ennesimo litigio condito da insulti e parolacce, Fico sbotta: «Evitiamo di dare questo spettacolo». La rissa scatta quando il leghista Nicola Molteni fa segno ai Dem di tacere: Marattin scatta. Volano fogli. Fatuzzo srotola una bandiera del partito dei pensionati: gliela portano via e lui ne estrae un’altra. Il ministro Riccardo Fraccaro pone la fiducia e le opposizioni fischiano e urlano. Fico, che presidia tutto il giorno l’Aula, fatica a tenere la calma. La minoranza denuncia la «mortificazione del Parlamento», la «violazione della Costituzione». I Dem hanno presentato ricorso per conflitto d’attribuzione e avranno le prime risposte il 9 gennaio. «Non era mai successo che una manovra venisse approvata a scatola chiusa», denuncia Ettore Rosato, che rimarca l’imbarazzo di Fico. E il presidente non nega: «Non è mio compito parlare del governo ma rispetto al lavoro del Parlamento, per me non è un modo giusto di procedere, non c’è dubbio»,

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