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Il maestro di Judo Gianni Maddaloni sulle baby gang

Così si esprime Gianni Maddaloni, maestro di Judo di Scampia, in merito al fenomeno, ormai dilagante, delle baby gang:

“Quando accadono questi episodi mi duole il cuore, la soluzione è quella di essere uniti. Sono bambini dai dieci ai quindici anni, c’è un capogruppo e i suoi gregari; anche fuori le scuole. Sono ragazzi  convinti di non poter essere puniti e scelgono di imitare, non certamente, Pino Maddaloni che deve fare quattro ore di allenamento al giorno o Antonio Bottone che si allena tre ore al giorno, per vincere una medaglia. Le vittime sono due: quella che subisce il torto e poi colui che resta implicato in certi meccanismi per poi finire in carcere. Bisogna aiutarli”.

“O” Maè” è un po’ il papà che manca ai suoi allievi. Gianni Maddaloni è una vita che combatte in trincea attirandosi applausi ma pochi sostegni economici per portare avanti questo progetto di riqualificazione del territorio di Scampia e non solo, attraverso lo sport. Il maestro è un vero e proprio presidio nel quartiere periferico napoletano. Ha salvato dalla strada migliaia di ragazzi, ma alla palestra le istituzioni hanno tagliato i fondi. Per molti, Gianni Maddaloni, è l’eroe dei nostri tempi, quello che non le manda a dire e quello che con un solo sguardo è capace di essere carismatico e guerriero.

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