Luigi Tenco, ricordo di un artista scomodo
Non è retorica ma sono i fatti che evidenziano che Luigi Tenco, non è mai stato troppo apprezzato in vita e solo dopo il suo clamoroso gesto di protesta, quella protesta che trascinava nelle sue canzoni, è stato rivalutato dalla critica.
Fu tra la notte del 26 e il 27 gennaio 1967 che Luigi Tenco, si tolse la vita dopo essere stato eliminato da Sanremo, il Festival della canzone italiana. Tenco aveva presentato “Ciao amore ciao”, un brano di contenuto sociale che non era gradito alla platea sanremese ed infatti non arrivò neppure in finale.
E’ proprio alla vigilia della 67° edizione della Canzone Italiana che vogliamo ricordare questo grande artista.
Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato “I miei giorni perduti”.
Il primo 33 giri di Tenco uscì nel 1962; conteneva successi quali “Mi sono innamorato di te” e “Angela”, ma anche “Cara maestra” che non fu ammessa all’ascolto dalla Commissione per la censura (per quest’ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).
Insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Umberto Bindi è uno degli esponenti della cosiddetta scuola genovese.
Nel 1963 si ruppe l’amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava, perché anche lui aveva avuto nel frattempo un breve rapporto sentimentale con lei. Pare che Tenco avesse avuto questa relazione per tentare di salvare il matrimonio dell’amico, il quale aveva tentato il suicidio di recente, allontanandolo dalla giovane.
A Roma nel ’65, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe una relazione, contemporanea forse a quella con una ragazza di nome Valeria, la quale, incinta, perse il figlio dopo che fu investita da un’automobile.
Nello stesso periodo collaborò con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrisse, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: “I ain’t gonna eat my heart out anymore”, che diventa un grande successo, e “Thunder ‘n’ Lightnin”.
Lo ricordiamo proprio con la canone scartata a San Remo del 1967.