La verità del male: al Tin una sintesi tra nazismo e spiritismo attraverso la figura di una donna fuori dal comune
La Verità del male di Antonio Masullo racconta la storia del regime nazista da un altro punto di vista, svelando inedite connessioni tra pseudoscienza, da una parte, ed esoterismo, spiritismo e spiritualismo, dall’altra, posti al servizio delle ragioni e degli obiettivi del Terzo Reich.
Ne deriva la possibilità di rivelare le autentiche radici di un genocidio, di una vicenda storica insensata, attraverso due ambiti che solo apparentemente sono antitetici.
Masullo presenterà il suo libro domani mattina, sabato 27 gennaio alle ore 11:00 al Tin – Teatro Instabile di Napoli.
Un lavoro sinergico e la profonda sensibilità di Gianni Sallustro, che ne firma la regia, hanno permesso di dare vita a una rivisitazione e a un adattamento teatrale “di spessore e altamente scenico”, secondo le parole dello stesso autore del testo originario.
Il titolo è Le radici dell’ultima verità del male (diario di una medium nazista) e andrà in scena alle ore 21:00 del medesimo sabato, in occasione della giornata della memoria.
È poi in programma una seconda rappresentazione domenica 4 febbraio.
Masullo, quindi, propone un viaggio non solo all’interno della storia del regime, ma anche un percorso gnoseologico nella storia della stessa umanità, tra culti religiosi pagani, scuole ermetiche e riti esoterici precedenti all’epoca cristiana che hanno – a ben vedere – con quest’ultima un legame di profonda continuità.
Ma chi è Maria Orsic? Si tratta di una personalità, di una donna, molto carismatica ed enigmatica che esercitò un grande fascino sugli uomini e sulle persone della sua epoca.
A sua volta, fu affascinata da Hermann Goring, un esponente del nazismo. Inizialmente, per la sua ingenuità e per il suo approccio fanciullesco e puro all’esistenza, non colse davvero la spietata efferatezza di questo regime – infatti, dalle strade tedesche arrivavano solo eco attutite di quanto stava realmente accadendo – ma quando si rese conto dell’insensatezza e della sua intrinseca crudeltà, lo ripudiò senza ulteriori dubbi.
Cosí, dall’essere una donna privilegiata, perché vicina alla dittatura, divenne una delle tante donne oppresse e vilipese dal regime, aliena alla posizione e all’atteggiamento di chi stava dall’altra parte della barricata, che invece sposò, in toto e senza farsi domande, le ragioni del reich, dimostrando una vera e propria adorazione totalizzante e acritica per il fuhrer. Alcune lo fecero per una scelta di convenienza, tale da renderle conniventi e senza scrupoli. Altre per costrizione. Il risultato però fu lo stesso. Ridotte al silenzio non si opposero al dilagare di una cattiveria senza pari, avallando, nei fatti, la sua logica perversa.
La Orsic, che faceva parte di una società segreta esoterica, denominata Vril, quando si rese conto che il regime voleva strumentalizzare a suo favore le conoscenze misteriche e capì che il modo di pensare e di agire dittatoriale erano profondamente sbagliati condusse, fino alla sua morte, una battaglia per la scoperta della verità e per ripristinare il culto della memoria.
Perché soltanto la memoria può dare un senso al passato e al presente e fornire una consapevolezza che sia guida salda per il futuro.
L’INTERVISTA
D. Quali caratteristiche ha la donna attorno alla quale ruota la narrazione?
R. La protagonista del romanzo, Maria Orsic, è stata una donna che ha vissuto in piena fecondità spirituale, in un ambiente domestico molto protettivo, reso tale dalla sua madre adottiva che era una pittrice – scultrice. Si tratta di una medium contattista, che sin da bambina aveva intuito di avere delle potenzialità e, che ben sapeva di essere destinata a mettere al servizio del Prossimo. Bella, affascinante ed enigmatica, Maria Orsic restò per tutta la vita, sino al 1944, intimamente fanciullesca, sebbene apparisse all’esterno come una “femme fatal”.
D. Come rispecchia e si incardina nel regime (o in qualche modo si oppone se in qualche modo si oppone)?
R. Maria Orsic era affascinata dal potere del Reich, e quindi del regime dittatoriale nazista, e per quanto fosse a conoscenza di quello che accadeva tra le strade di Berlino e di altri Paesi europei, non era edotta di quanto realmente avvenisse nei campi di sterminio. Fu ammaliata dall’allora comandante della flotta aerea
tedesca, Hermann Goring, del quale credette di essere innamorata e per il quale decise di trasferirsi, assieme alle altre consorelle Vril– Damen, appartenenti tutte alla società esoterica segreta Vril, al Castello di Wewelsburg in Renania; le fu chiesto (successivamente imposto) di mettere al servizio del Reich i suoi poteri medianici, per portare la Germania in posizione apicale rispetto alle altre potenze. Pertanto, se inizialmente la Orsic operò una scelta di quasi identificazione col regima nazista, nel corso del tempo, si ricredette, scoprì di alcune nefandezze della politica hitleriana e, prima di morire, si oppose con tutta se stessa al Reich, per
ripristinare il Valore assoluto della Memoria.
D. Perché affascina chi entra in contatto con lei?
R. Si tratta di una donna notevolmente carismatica, custode di conoscenze ermetiche ed esoteriche afferenti a dottrine antiche; dedita allo spiritualismo e allo spiritismo che, proprio sul finire dell’Ottocento, ebbe una notevole diffusione per mezzo di elitari circoli esoterici e occultisti. Pertanto il suo spessore culturale e la sua forza spirituale, la contraddistinguevano negli ambienti dell’élite nazista, che le riservò inizialmente un trattamento regale.
D. Qual è il legame con le altre donne che stanno ai suoi antipodi, vilipese e oppresse dal regime?
D. Molte donne di quel tempo, inclusa lei stessa, che non sposarono la cruenza e l’efferatezza dell’ideologia nazista, furono vilipese, sfruttate e oppresse; le donne che invece si ritrovarono per scelta o costrizione dall’altro lato della barricata ideologica, erano una tipologia di persone che adoravano con idolatria il Fuhrer e quindi, prive di scrupoli; altre invece, pur se contrarie, restavano in silenzio e operavano deliberatamente nel regno del Male nazista.
Ognuna di esse quindi, era legata all’altra da una sorte di canone inverso, che intrecciava i fili malvagi del Nazismo e i rami crescenti della Resistenza.