La pensione per 62enni non prevede penalizzazioni
E’ stata confermata la possibilità di andare in pensione a 62 anni senza subire penalizzazioni di alcun tipo, considerando anche uno stop all’aumento dell’età. Resta da capire solo se la domanda sarà presentata a gennaio, come vorrebbe Salvini, o al massimo fino a marzo.
Dal prossimo anno dopo 38 anni di contributi e con 62 anni di età compiuti si potrà andare in pensione senza che ne risenta l’importo. Si esclude quindi il taglio dell’1.5% dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto l’età di ritiro, ossia 66 anni e 7 mesi. Il ricalcolo contributivo dell’assegno non è previsto a partire dal 1996 – che avrebbe tagliato l’importo del 10/15% -. Nessun tetto per i contributi figurativi accumulati durante gli anni di lavoro. Quindi potranno usare l’agevolazione anche quanti nella vita lavorativa hanno dei “vuoti”, ad esempio, per periodi di cassa integrazione.
Unica eccezione che sarà inserita è che sono da raggiungere i 38 anni indipendentemente dall’età di ritiro. La quota 100 sarà tale, di conseguenza, soltanto a 62 anni, perché a 63 diventerà 101, a 64 102 e così via a salire.