La mostra non si illumina delle sole luci del faro di Fassbender: Amy Adams “sbarca” a Venezia.
Archiviata ormai la sontuosa apertura di Damian Chazelle col musical La la land e freschi dell’invito dell’attrice protagonista Emma Stone “Ragazzi, abbandonatevi ai sogni”, cogliamo proprio a pieno queste parole che “cadono a fagiolo” e continuiamo a seguire la 73ima mostra del cinema di Venezia parlando di… Morte, bugie e tragedia! Altro che sogni e felicità!
Il 1° settembre è stato, infatti, soprattutto il giorno di Derek Cianfrance e The Light between Oceans con la coppia d’arte e di vita Alicia Vikander e Michael Fassbender. Film conosciuto soprattutto per essere stato il set galeotto dei due neo-amanti, racconta il dramma del perdono, incorniciato in uno straziante epilogo dall’atmosfera thriller. Beh, vista la predilezione per lecircostanze infauste, ci stiamo chiedendo tutti se la Vikander vieterà a Fassbender la collaborazione con qualsiasi film sulle catastrofi umane per evitargli la fornicazione, in tal caso vi faremo sapere.
Proiettato nel pomeriggio, invece, spinge in luoghi oscuri, ma questa volta molto probabilmente con un riso di scherno, Prevenge, l’opera prima dell’attrice e sceneggiatrice inglese Alice Lowe.
Film che promette di svelare il lato oscuro della maternità, rovesciando quella che per grandi e piccoli, uomini e donne (no, in realtà solo per gli uomini) è l’mmagine idilliaca della madre.
Sempre in concorso a Venezia stupisce Arrival, il nuovo film di Denis Villeneuve, in questo momento al lavoro sul set del sequel di Blade Runner.
Questi prova a cambiare i connotati al mito dell’incontro tra umani e alieni: Sci-fi originale e sorprendente, chiama alla “comunicazione” Amy Adams, esperta linguista ingaggiata dall’FBI per “tradurre” i segnali sonori provenienti da 12 UFO comparsi all’improvviso in dodici luoghi diversi della terra. Un film ipnotico, magnetico, basato sul “non-linguaggio”, una tecnica di arrivo che forse avrebbe dovuto usare Cianfrance in The Light between Oceans, stando alla critica della giuria?
O semplicemente un monito all’educazione al linguaggio non verbale? All’ascolto, anzichè alle parole?
Di certo non potrà tacere, invece, Sam Mendes, presidente di giuria, alla fatidica scelta di chi conquisterà il leone d’oro. Staremo a vedere!