Junior Cally presenta “Ci entro dentro”
“Ci entro dentro” è l’album di esordio di Junior Cally. Talento e mistero: Junior Cally prende il volo e diventa uno dei rapper più forti degli ultimi tempi.
I suoi firmacopie, a Napoli ci sarà il 4 novembre alla Feltrinelli Express, sono diventati un appuntamento seguito da migliaia di fan così come le sue canzoni, che sono diventate delle hit, i suoi concerti e i suoi video. Con “magicabula” Junior ha ottenuto la certificazione come disco d’oro.
Junior Cally, nome scelto come omaggio ad un artista reggae, ha scelto di esibirsi coperto da una maschera antigas ed anche sui social non smette il suo travestimento anzi quando compare con i suoi familiari anche loro hanno il volto coperto.
Un marchio di fabbrica, una coperta di Linus chiamatelo come volete ma questo particolare travestimento ben si collega alla sua natura; di lui si sa che è romano e che è nato nel 1991 a Roma, un ragazzo come tanti che però ha talento, è determinato anzi è talmente convinto di essere bravo che in “Magicabula”, canzone che segna definitivamente la consacrazione sulla scena underground, spara a zero sugli altri rapper ed afferma essere meglio di loro.
JUNIOR CALLY si è imposto in pochi mesi con il suo stile diretto, sarcastico e tagliente. L’identità celata da una maschera antigas e i suoi messaggi senza compromessi gli hanno permesso di raggiungere in breve tempo un seguito numeroso, affezionato e in costante crescita. I
“Ci entro dentro” è il suo album-manifesto, una dichiarazione di intenti fin dal titolo: dodici tracce in cui JUNIOR CALLY sa alternare momenti più autocelebrativi e aggressivi come nel singolo “Bulldozer”, nella title track “Ci entro dentro” e nei brani “Pifferaio Magico” e “Tappeto Volante”, a situazioni intime e personali in cui rivela un lato più riflessivo e amaro, come nell’outro “Bisce”, nella commovente “Dedica” (una sofferta lettera ai genitori) e nelle romantiche e malinconiche “Capelli Rossi” e “Valzer”. Non mancano infine anche situazioni apparentemente più leggere come nei brani “Si chiama Gioia” e “Rum” e nella sognante “El Dorado”.
Il disco è stato realizzato dai giovani producer Jeremy Buxton, Noise e da Stabber (già al lavoro con Salmo, Coez, Gemitaiz), registrato da Jeremy Buxton alla Maison Studios, mixato e masterizzato da Gigi Barocco (Fedez, Marracash, The Bloody Beetroots) allo Studio 104
Forse è arrivato il momento in cui ciò che più vale è la musica e non chi la canta, dietro un volersi celare c’è la volontà di mandare messaggi forti.