Ingranaggi il nuovo album di Ivan Granatino
17 brani compongono Ingranaggi” il nuovo cd di Ivan Granatino, cantato metà in italiano metà in napoletano, come mai ha scelto un numero così particolare, non è scaramantico?
Per niente! 17 il mio numero fortunato. il 2017 è l’anno di uscita del disco, in cui ci sono 17 “ingranaggi”, ovvero 17 storie, che a livello grafico abbiamo diviso in due colori, quelle celesti che rappresentano i brani scritti in italiano e sono comprensibili per tutti, pensando al pubblico nazionale, e poi ci sono dieci brani che ho rappresentato graficamente con il colore rosso, che sono quelli scritti in napoletano, non un dialetto ma una vera e propria lingua, sono i versi più veraci, quelli più sanguigni, pieni di poesia.
Un disco pop con aperture alla dance pura e, ovviamente al rap, e soprattutto, un disco per l’amore declinato nei suoi diversi aspetti, perché?
Per quanto riguarda il sound, mi sono divertito tantissimo con Massimo D’Ambra a sperimentare nuove idee, tipo una canzone verace napoletana con un beat alla Rick Ross (la traccia è “Faciste Peccato”), poi ho voluto fortemente fare un viaggio nell’elettronica toccando tutte le sue sfumature perché sono così, un crossover in generale anche alla vita, mi piace sperimentare nuove strade, cercare nuovi stimoli e misurarmi con cose sempre diverse. Per quanto riguarda i testi, ho lasciato tanto spazio all’amore, perché secondo me oggi questo è un modo per essere alternativo.
Ha grande attenzione al sociale, penso al brano “Napule allucca”, cosa pensa della nostra società?
Oggi c’è un caos generale, la gente è così distratta che non riesce a rendersi conto che ci hanno rinchiusi con due piedi in una scarpa e sembra che nessuno riesca ad uscire da situazioni spiacevoli tipo il razzismo Nord- Sud. É impensabile che da una cosa bella come lo sport, ad esempio, possa nascere tanto odio tra le persone. “Napule Allucca” è la Napoli che urla; basta con questi stereotipi negativi, basta con questi pregiudizi. Viviamo nello stesso stivale e Napoli grida ad alta voce che siamo la città dell’arte della musica e del sorriso.
Nel suo disco c’è solo una collaborazione, come mai?
Perché è nata grazie all’ispirazioni di entrambi, spesso le collaborazioni si fanno per ottenere numeri, invece io le faccio quando il cuore mi dice di andare in quella direzione, verso una persona con cui condividere un percorso. In questo caso, sono molto felice di avere Bles nel mio disco.
Quali sono i tuoi modelli artistici di riferimento?
Non ho modelli in particolare, vivo la musica a 360 gradi.
Con chi vorresti fare una canzone?
Mi piacerebbe farla con Lorenzo Jovanotti.
Che tipo di pubblico ti segue?
Un pubblico variegato per età: dai ragazzini di tredici anni a persone adulte, fino ai cinquanta,
Ti piacciono i social?
Abbastanza, è forse l’unico modo per diffondere la mia musica. Insomma è un passaparola allargato, mi piace.
Da napoletano è più difficile riuscire ad emergere?
Sicuramente si, rispetto a uno che parte da un’altra città, hai più esami da superare e più muri da abbattere. C’è sempre un pregiudizio di fondo, ma resistiamo e andiamo avanti!
Cosa si aspetta da questo album?
Che possa entrare nel cuore della gente.
E’ uno dei migliori cantanti napoletani in circolazione attualmente ,canta con il cuore percio’ i suoi fan lo seguono sempre.