Imane Fadil, la Procura aspetta analisi su radioattività
Forse è stato un mix di sostanze radioattive quello che ha ucciso Imane Fadil, teste chiave del processo Ruby morta nell’ospedale di Rozzano, Milano, lo scorso 1 marzo.
I pm milanesi che indagano per omicidio stanno ascoltando in Procura il direttore sanitario dell’Humanitas Michele Lagioiae in programma in questi giorni sono molte le audizioni di testimoni. L’audizione si svolge nell’ufficio del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che coordina le indagini per omicidio volontario. Gli esiti parziali di un test eseguito in un centro specializzato avrebbero confermato, come è già emerso, presenza di radioattività sul corpo della 34enne. Le indagini, intanto proseguono: è stato sequestrato il cellulare della ragazza, per verificare chi avesse incontrato o sentito prima del ricovero. Al quarto piano del palazzo di Giustizia fanno sapere che, per una questione di sicurezza, durante l’esame autoptico, i prelievi (si comincerà con i campioni di un rene, organo ritenuto una ‘spugna’), i carotaggi e quant’altro “verranno fatti con tutte le cautele possibili” proprio per evitare qualsiasi rischio di una eventuale contaminazione. Intanto domani il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, che coordinano l’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile, proseguiranno con l’attività istruttoria. La loro agenda è fitta, molte saranno le persone convocate come testimoni: i medici, gli infermieri e il personale della clinica di Rozzano dove Imane Fadil è morta – ci sono da chiarire anche le versioni discordanti tra Procura e ospedale sui tempi di comunicazione del decesso -, e poi, parenti, amici e anche alcune delle ragazze che sono state ospiti ad Arcore o personaggi che la giovane ha citato nei suoi verbali e che sono già stati citati in aula durante i processi con al centro le feste hot nella residenza milanese di Silvio Berlusconi.