HOMETEATRO

Il regista Giovanni Meola tra teatro, documentari e letteratura

Gli spettacoli che funzionano devono vivere il più a lungo possibile” esordisce così il regista Giovanni Meola, parlando dell’auspicabile evoluzione di uno spettacolo teatrale.

Lo spettacolo teatrale “Io so e ho le prove” è tra i soli sei finalisti alla VII edzione del DO IT Festival, che si terrà a metà ottobre a Roma, per poi essere in scena il 18 Ottobre presso l’Ar. Ma. Teatro, dopo un iter tra svariati Festival italiani.


Giovanni sta lavorando anche a due documentari molto interessanti: uno dedicato al ex sindaco di Napoli ed ex governatore della Campania Antonio Bassolino – con la co-regia di  Raffaele Ceriello – e l’altro su Salvatore Palomba, poeta, saggista e paroliere partenopeo.

Il secondo documentario – evidenzia Giovanni –  che proprio nei giorni scorsi ha mosso i primi ufficiali passi, è basato sulle opere e sulla vita di Salvatore Palomba, l’autore dei versi delle immortali canzoni ‘Carmela’ e ‘Amaro è ‘o bene’, musicate negli anni scorsi dal grande Sergio Bruni. Salvatore, che è un gagliardissimo novantenne, è l’ultimo dei poeti della grandissima tradizione napoletana, ma con tutti e due i piedi ben piantati nella contemporaneità, oltre ad essere testimone di 7 decenni di storia di questa città e delle sua vitalità artistica e letteraria“.

Ha poi intrapreso il suo iter festivaliero il documentario Articolo 27 Comma 3 sul carcere di Poggioreale.


Nella primavera del 2025 sarà pubblicato – edito dalla casa editrice  Chipiuneart – il testo teatrale “Il bambino con la bicicletta rossa” scritto per il 70% in versi, per non dimenticare una vicenda tragica.

Questo testo – evidenzia l’autore e regista – ha un forte valore anche solo in lettura“.


Adesso ripercorriamo assieme a lui il successo della rassegna estiva dedicata al Teatro alla deriva, svoltasi alle Stufe di Nerone.

Quest’anno la rassegna è stata dedicata al tema dell’ironia, un fil rouge già palese, senza bisogno di andarlo a ritrovare a ritroso.


Un’ironia coniugata in maniera diversa nei quattro spettacoli in cartellone.


il successo di pubblico – richiamando le parole degli organizzatori – ha confermato la sostanziale fidelizzazione in crescendo di questa rassegna.

Soltanto il primo spettacolo – racconta il direttore artistico – pur avendo avuto un discreto successo di pubblico ha registrato qualche incertezza. Innanzitutto  quest’anno abbiamo cominciato un po’ prima, il 30 giugno. Inoltre, l’apertura di rassegna è giunta all’indomani di una prima forte scossa di terremoto che ha portato le persone ad aver timore di spostarsi“.


il primo spettacolo, Opera Didascalica, incarna l’ironia urticante, che si schiera contro il conformismo e ha un effetto provocatorio e spiazzante. Un’ironia totalizzante, eversiva e intelligente.


il secondo spettacolo Monica Odeallalibertà è un omaggio a Monica Vitti che ha saputo interpretare magistralmente un’ironia a 360 gradi, ben oltre i confini di un palco, nel lavoro e nella vita privata.


Un’icona –  ricorda Giovanni – purtroppo già un po’ dimenticata, perché oggi i giovani cancellano cose e persone con grandi facilità, anche personaggi iconici, o addirittura non li conoscono minimamente“.


Il terzo spettacolo – Tutto Shakespeare minuto per minuto –  è un adattamento molto interessante e intelligente dove la versione classica viene tradita nel modo migliore possibile, attraverso una traslittterazione del significato,  adattandola alla capacità meridionale di sdrammatizzare tutto, come sottolinea Meola.


Nell’ultima rappresentazione – Leggende Napulitane – si assiste a una riflessione sugli stereotipi, nati dal modus vivendi e dalla cultura napoletana, che vengono cavalcati e demistificati.


Gli stilemi – spiega Meola – sono maggiormente riconoscibili. Lo spettacolo ha un impianto più tradizionale, vicino ai canoni classici, che vengono però ribaltati e rivoltati. Questa riconoscibilità, però, crea una certa complicità con il pubblico“.

La rassegna è stata realizzata, come sempre, grazie alla collaborazione con la famiglia Colutta.


Con Ernesto Colutta – racconta Giovanni – riusciamo a dar luogo a uno scambio interessante e fruttifero. Confronti che, nel corso degli anni, ci hanno permesso di allargare le nostre cognizioni  e conoscenze all’insegna della collaborazione e dell’amicizia. Noi abbiamo interessi molto diversificati e ampi che diventano convergenze. Riusciamo a confrontarci su molteplici aspetti e femomeni e a scambiarci visioni a più livelli. Le differenze sono pregi e si esprimono attraverso un processo di scambio e di confronto“. 

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