CINEMAHOMESpettacolo

Il Re Leone, il capolavoro che emoziona grandi e piccini

Il ritorno di Simba, 25 anni dopo, con le canzoni meravigliose e le battute esilaranti, il remake de Il Re Leone è firmato da Jon Favreau.

A mio parere, il film originale è il più grande film d’animazione mai realizzato”, ha affermato lo sceneggiatore Jeff Nathanson. “Fin dal primo giorno io e Jon abbiamo parlato del nostro amore per il film originale e di quanto fosse importante conservare lo spirito della versione animata”.

Il Re Leone‘ in live action, diretto da Favreau, è un’opera a cui approcciarsi senza pregiudizi, anzi, un film spettacolare che raggiunge livelli di perfezione impressionanti.

La storia la conosciamo tutti. Ritroviamo la Terra del Branco esattamente come l’avevamo lasciata 25 anni fa: la nascita del piccolo Simba viene accolta con felicità da tutta la Savana. Solo lo zio Scar pare tramare qualcosa, da sempre invidioso del potere del Re Mufasa, suo fratello. Con un escamotage (che ci perseguita ancora nel sonno), uccide Mufasa e fa credere al piccolo Simba di essere responsabile per la morte del padre. Simba, terrorizzato, scappa e si crea una nuova vita, con una nuova famiglia: Timon e Pumbaa. Tempo dopo, tuttavia, la terribile reggenza di Scar mette in pericolo le vite degli animali che popolano il regno e Simba verrà richiamato alla Rupe dei Re per assumersi le sue responsabilità in quanto legittimo sovrano.

Per carità, le lacrime e la pelle d’oca, le emozioni, non sono certo mancate. Dopotutto, sempre de Il Re Leone si tratta. Tuttavia, mi aspettavo un pizzico di novità che non c’è stata. Qualche variazione sottile c’è, qua e là, ma è talmente minime che non può costituire fonte di reale novità. Il che è strano perché, visti i precedenti, le rivisitazioni moderne Disney dovrebbero servire a piegare i limiti dei Classici del passato per poter meglio inquadrare una realtà nuova.

Questa rivisitazione, invece di riscrivere il passato, semplicemente lo riedita, passando dall’animazione al CGI. L’intenzione di Favreau però era proprio di restare fedele al film originale: “siamo alle prese con spettatori molto coinvolti che spesso sono cresciuti con queste storie e hanno un legame emotivo con esse, che talvolta coinvolge intere generazioni delle loro famiglie. Gli spettatori hanno un intero calderone di memorie ed emozioni legate a questo film e si sentono molto protettivi nei confronti di esso perché quei ricordi appartengono a loro”.

Il Re Leone può essere paragonato a un documentario come resa visiva molto realistica. Infatti, per la realizzazione, sono stati visionati migliaia di documentari e per due settimane, esperti Disney hanno visitato il Kenya e la Namibia, set principali in cui la storia è ambientata. Il Kenya ha ispirato la rupe dei re, in particolare il parco naturale del Serengeti ha ispirato la scena in cui Mufasa mostra il regno al piccolo Simba.

Particolare attenzione al doppiaggio, che dire di Luca Ward che presta la voce a Mufasa? Marco Mengoni ha dato voce a Simba. Un attore dalla voce profonda e ben riconoscibile come Massimo Popolizio ha dato corpo allo zio Scar, sottolineandone anche la sottile ironia. Un’altra cantante, Elisa, ha interpretato Nala (la cucciola migliore amica di Simba) e due attori comici come Edoardo Leo e Stefano Fresi hanno fatto rivivere simpaticamente Timon e Pumbaa.

Una pellicola tecnicamente impressionante che però, da un punto di vista emozionale, soffre il confronto con la “vecchia” versione animata. Può essere un’occasione utile per riscoprire questo classico sul grande schermo e un modo per far conoscere Simba alle nuove generazioni.

Quindi che dire amici lettori, se non lo avete già fatto correte al cinema e cantate dall’inizio alla fine, che tanto lo sappiamo, le canzoni del Re Leone non si dimenticano mica! 

 

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori