Il Napo: a Mergellina, cucina gourmet in salsa partenopea
A due passi dal mare, dalla storica funicolare di Mergellina e dagli chalet che animano il lungomare, Il Napo è la valida alternativa ai ristoranti che hanno fatto la storia del quartiere e ai grandi nomi della vicina Posillipo.
Pochi coperti, aperto sia a pranzo e sia a cena, con cucina a vista e menù di mare e di terra che reinterpreta in chiave gourmet i classici della cucina napoletana, ma soprattutto un occhio particolare alle materie prime campane. E’ il Napo, con le sue pareti di tufo lasciate a vista, per scandire il passaggio da una sala all’altra, in un armonioso contrasto con le cornici e le pareti bianche, una grande bottigliera e la cucina a vista in cui si sforna anche il pane e si tira la sfoglia per la pasta fresca.
Il menu accontenta sia gli amanti del pesce in tutte le sue versioni – crudo, fritto, alla griglia – e sia chi alla fritturina di pesce preferisce la bistecca.
Tra gli antipasti di mare, il misto di crudi la fa da padrone: scampi, gamberi rossi, tartare di tonno, tartare di salmone, baccalà marinato, capasanta, in alternativa, seppie servite su tartelletta salata con scampo scottato.
Se, invece, volete andare sul classico, imperdibili tra gli antipasti di terra la parmigiana di melanzane, la frittura di melanzana farcita, il fiore di zucca ripieno di ricotta, la polpetta di patate e l’originale cubo di zucchine e provola, oppure la mozzarella di bufala DOP servita con verdure di stagione.
Al Napo, la pasta fresca che trovate nel menu è homemade, e del fusillone avellinese mantecato con cernia, finocchi e limone candito, così come degli spaghettoni con cacio, pepe e tartufi di mare, ne sta già parlando tutta la città.
Così come del “tortello partenopeo”, tortelli fatti a mano farciti con un insolito ripieno: salsicce a punta di coltello e friarielli, due grandi classici della cucina napoletana, solitamente serviti come secondo.
Oppure, se non amate il sapore amarognolo del friariello, vi consigliamo i ravioli di pasta fresca ripieni di ricotta infornata, con pomodorini gialli e spolverata di olive di Gaeta.
Se avete optato per un menù alla scoperta dei sapori della terra, potete proseguire con la pancia di maialino nero casertano cotta a bassa temperatura per 20 ore con friarielli e scalogno, oppure, se avete scelto i sapori del mare, il consiglio è di optare per un’insolita triglia scottata in padella con asparagi di mare o una classica zuppa di pesce, che varia secondo il pescato del giorno.
In conclusione, come ogni pranzo o cena napoletana che si rispetti, caffè e dessert, che sono talmente belli che quasi dispiace intaccarli, ma poi l’acquolina in bocca ha la meglio. Da provare il “Saturno”, una mousse alla nocciola e frutti rossi che nasconde un nucleo di amaretto e albicocca, il “Tegolino”, un semifreddo alla nutella, pistacchio e nocciola decorato con semisfere all’arancia, e la classica mille foglie alla crema pasticcera con pezzi di frutta e salsa alla verbena.