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Guerra Nucleare, che cosa c’è davvero dietro le parole di Putin

Il Presidente della Russia, Vladimir Putin, giovedì in conferenza, ha fatto tremare il mondo. Sicuramente i più attenti, quelli che hanno ascoltato le sue parole, non dormiranno sereni pensando agli scenari possibili.

C’è un fondo di verità nelle parole pronunciate giovedì da Vladimir Putin. Dinnanzi ad una platea di 1700 giornalisti provenienti da tutto il mondo il leader indiscusso della Russia ha dichiarato: “Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare”. Una dichiarazione che sembra un avvertimento più che una sterile considerazione. Un monito terrificante, per i più attenti, certamente non una constatazione. L’argomento, come ben sviscerato dal Corriere della Sera e da altre grandi testate, comprende soprattutto l’armamentario dell’Europa e la recente propensione degli Usa alla chiusura. Normalità vorrebbe che tra due grandi Paesi come Stati Uniti e Russia, che hanno interessi in tutto il mondo, si trovasse un intesa almeno sulle tematiche più scottanti. Così è avvenuto, in pare, nella storia recente, ma i clamorosi retro front di Donald Trump preoccupano e non poco.

Guerra in Siria, gli Usa disarmano perché le tensioni sono vicine ai massimi storici

Geopoliticamente parlando il Medio Oriente ha sempre avuto un’importanza strategica enorme. Lo sa bene Donald Trump ed altrettanto bene lo capisce Vladimir Putin. Gli Usa sono intervenuti in maniera prepotente e senza aver avuto il via libera dall’Onu. Un riconoscimento che doveva essere messo sul piatto e che invece è stato totalmente ignorato dagli americani. Ora la Russia, alleata di Assad in questa guerra, non ha mai avuto intenzione di retrocedere. D’altronde gli States si sentono tranquilli perché la loro estensione naturale in quella zona è lo Stato di Israele, mentre la Russia può contare solo sull’Iran.

Operativamente la Turchia è storicamente schierata con gli Usa, e tanti altri si sono convinti per non piombare nel caos (vedi Libia ed Iraq, nda). In ogni caso gli States hanno annunciato la smilitarizzazione e quindi il “back home” ma ovviamente graduale. C’è anche questo dietro le parole di Putin, perché si aspetta davvero che le cose vadano in questo modo. D’altronde diversamente non potrà proprio essere dal momento che l’Isis è ormai ridotto allo sfracello e gli americani non hanno più una scusante.

La spinosa questione della corsa agli armamenti

Corsa agli armamenti è un termine molto forte, ed inappropriato per questa situazione. Di solito lo troviamo sui libri di storia quando si studia la parte relativa alle cause scatenanti la prima e la seconda Guerra Mondiale. La verità è che, all’epoca, i segnali furono evidenti ma una terza Guerra Mondiale non porterebbe gli stessi segnali perché è cambiato il modo di fare guerra. Nel ’39 un viaggio intercontinentale era quasi impensabile, oggi è la normalità. Russia e Stati Uniti, in caso di bisogno, potrebbero mobilitare eserciti enormi anche in un paio di ore. Certo però che, forti segnali, vengono dati dagli armamenti missilistici. C’è anche questo nelle parole di Putin e stavolta nemmeno troppo malcelate:

“Le armi della Russia – ha aggiunto – servono a mantenere la parità strategica e se arriveranno i missili in Europa poi l’Occidente non squittisca se noi reagiremo. Ma io confido che l’umanità avrà abbastanza buon senso per evitare il peggio”. Distensivo ma duro, come sempre. Il Presidente russo fa capire che non gradisce un’Europa armata, perché la considera un prolungamento degli Stati Uniti. E’ certo, da questo punto di vista, che l’Europa sarebbe più disposta a schierarsi con gli Usa che con la Russia, ma se non si vuole trasformare il mondo nel Commonwealth descritto in Fallout si deve scendere a patti.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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