Genova, vietati kebab e negozi etnici nel centro storico
Tra i palazzi nobiliari che tramandano i fasti del capoluogo ligure, non potranno essere più aperti sexy shop, money tranfer o call center.
Genova ha vietato l’apertura di negozi “etnici” nel centro storico, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Stop dunque a kebab, call center, money transfer e alle attività considerate “non decorose”. Ciò avviene grazie a un’intesa tra Comune, Regione e Camera di Commercio sancita da una delibera comunale approvata in seduta straordinaria.Il provvedimento sul commercio `etnico´, promosso dall’assessore leghista Paola Bordilli, viene applicato in una zona rossa che comprende le vie più turistiche della città. divieto, promosso dall’assessore della Lega Paola Bordilli, verrà applicato in una zona rossa che comprende le vie più turistiche della città ligure. All’interno di questo perimetro saranno vietati anche call center, sexy shop e l’uso di alimenti precotti. E’ prevista anche un’altra zona di maggiore pregio dove le attività potranno essere aperte solo se l’offerta commerciale sarà di qualità. Inoltre vetrine e infissi dei negozi dovranno avere determinate caratteristiche.”E’ un provvedimento per qualificare e rivitalizzare il centro storico”, ha dichiarato Bordilli, che solo ieri si era vista bocciare la delibera da alcuni assessori per dubbi sulla compatibilità tra il contenuto del provvedimento e le normative nazionali ed europee sulla concorrenza.«Sono soddisfatto – afferma l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – che il documento, anche dopo aver recepito alcune condivisibili limature, rispetti lo spirito con cui è stato concepito. Il provvedimento è fondamentale – dice Benveduti – per rivitalizzare il centro storico più grande d’Europa e servirà a coniugare il piccolo commercio locale di qualità e il decoro urbano. Abbiamo visto nascere troppe attività che nulla c’entrano con il patrimonio dell’Unesco e spesso si sono trasformate in sorgenti di insicurezza».