CronacaHOMEI fatti

Franca Viola, la donna che con il suo “No” fece la storia

Franca Viola venne rapita e stuprata il 26 settembre di 53 anni fa. Tenuta segregata in casa e stuprata per più di una settimana, rifiutò il matrimonio “riparatore” con il suo stupratore e si batté per l’abrogazione dell’art. 544 del codice penale che permetteva agli stupratori di farla franca promettendo di sposare la propria vittima.

Era il 1965. Franca Viola, un 17enne siciliana di Alcamo, venne rapita insieme al fratellino di 8 anni. Fu tenuta prigioniera in casa e violentata ripetutamente per 8 giorni da Filippo Melodia, un ragazzo del posto. Il giorno di capodanno, il padre di Franca Viola fu contattato dai parenti di Melodia sostanzialmente allo scopo di costringere i genitori della ragazza ad accettare le nozze riparatrici tra i due giovani – la cosiddetta “paciata” – all’epoca pratica molto in voga. I genitori di Franca finsero di accettare, ma in accordo con la polizia, il 2 gennaio 1966 fecero intervenire gli agenti per liberare la ragazza, facendo arrestare Melodia e i suoi complici. Contro tutto e tutti Franca non accettò quel matrimonio che l’avrebbe vista legata per sempre al suo aguzzino. Andò contro un intero paesino siciliano degli anni 60 che vedevano lo stupro più come un danno alla morale che alla persona.

Matrimonio riparatore previsto dalla legge

L’articolo 544 del codice penale, infatti sanciva: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”. Traducendo, dunque, all’epoca la legge permetteva di estinguere il reato di sequestro di persona e violenza carnale ai danni di una donna semplicemente accettando di sposarla, da lì l’espressione matrimonio riparatore, riparatore per la fedina penale del reo che in questa maniera riusciva dunque a uscire completamente pulito nonostante avesse commesso un’azione aberrante.

Melodia fu condannato a 11 anni di carcere.

Dopo anni di dibattiti, l’articolo 544 venne abrogato i 5 agosto del 1981, mentre solo 20 anni fa, nel 1996, lo stupro venne definitivamente riconosciuto in Italia come un reato contro la persona e non più contro la morale pubblica, con conseguente aumento della gravità e delle pene previste. Grazie alla sua battaglia, la giovane Franca Viola divenne – e tuttora è – simbolo dell’emancipazione femminile in Italia

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