Fatturazione elettronica, poche certezze e rischio sanzioni per la mancata tutela della privacy
Meno tre settimane al provvedimento che dal 1 gennaio 2019 stravolgerà la vita dei piccoli imprenditori italiani. Ancora non è chiaro se le infrastrutture tecnologiche del paese siano pronte al cambiamento, per non parlare delle sanzioni riguardanti i dati sensibili a rischio. Vediamo cos’è e come funziona la fatturazione elettronica. «Ci sono tanti elementi — afferma Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani — che ci preoccupano e che ci inducono a ribadire con forza la nostra richiesta di gradualità nell’introduzione dell’obbligatorietà. L’obbligatorietà, che non ha precedenti in alcun altro Paese del mondo, deve essere attentamente ponderata».
Secondo le previsioni dell’ Agenzia delle entrate, questa manovra dovrebbe garantire un introito di circa 1,9 miliardi, di parere contrario Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani, « Riteniamo probabile che in termini di gettito i risultati non si discosteranno molto da quelli ottenuti con lo spesometro».
L’operazione richiederà un importante impegno di risorse fisiche e economiche di professionisti e imprenditori. Malgrado questo, non è stato previsto alcun credito d’imposta a copertura degli investimenti effettuati. I costi per la gestione invece lievitano. Inoltre bisognerà fare i conti con il digital divide presente in alcune zone d’Italia e non solo al Sud. Situazione che impedirà una gestione fluida dei rapporti informatici con Agenzia delle entrate. A ciò si aggiungono le perplessità del Garante per la privacy che ha definito la fattura elettronica una «sproporzionata raccolta di informazioni con relativi rischi di usi impropri da parte di terzi».
COS’È LA FATTURAZIONE ELETTRONICA?
La fatturazione elettronica vedrà l’abbandono dei vecchi mezzi di compilazione della fattura. Per molti anni la fattura è stata compilata con carta e penna, macchine da scrivere, tramite editor testuali o fogli di calcolo, usando software di fatturazione e gestionali più o meno avanzati. Una volta compilata dal fornitore, la fattura veniva spedita al cliente via posta, e-mail e il destinatario, ovvero il cliente, aveva l’obbligo di conservare in formato cartaceo il documento per almeno 10 anni.
Oggi la fatturazione elettronica definisce un percorso unico standardizzato grazie al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate.
- La fattura elettronica viene compilata tramite un software di fatturazione elettronica.
- Viene firmata digitalmente (tramite firma elettronica qualificata) dal soggetto che emette la fattura o dal suo intermediario in modo da garantire origine e contenuto.
- Chi emette la fattura dovrà poi inviarla al destinatario tramite il Sistema di Interscambio che, per legge, è il punto di passaggio obbligato per tutte le fatture elettroniche emesse verso la Pubblica Amministrazione e verso i privati (tra poco capiremo con quali “sottili” differenze).
- Dopo i controlli tecnici automatici, il Sistema di Interscambio provvede a recapitare il documento alla Pubblica Amministrazione o al soggetto privato a cui è indirizzato.
CHI SONO I SOGGETTI NON OBBLIGATI ALLA FATTURAZIONE ELETTRONICA?
In realtà l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica tra privati non elimina del tutto l’utilizzo delle fatture cartacee in alcuni specifici casi.
I soggetti NON obbligati all’emissione di fatture elettroniche secondo la normativa sono:
- coloro che applicano il regime forfettario (commi 54-89, art. 1, legge 190/2014);
- coloro che applicano il regime dei minimi o regime di vantaggio (commi 1 e 2, art. 27, decreto legge 98/2011);
- le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di non residenti, comunitari ed extra comunitari.
In realtà, i soggetti esclusi sono esonerati dalla sola EMISSIONE di fatture elettroniche. Questo vuol dire che ad esempio i soggetti che applicano il regime forfettario dovranno in realtà attrezzarsi comunque per ricevere le fatture elettroniche.