Fase 2, i congiunti ai quali si potrà fare visita sono anche “fidanzati e affetti stabili”
Con il nuovo dpcm sono considerati “necessari” anche gli spostamenti per incontrare i “congiunti”.
Dal 4 maggio saranno consentite visite mirate. Lo ha affermato il premier Conte ieri sera annunciando il nuovo Decretoatt sulla Fase 2. “Consentiremo le visite ai congiunti ma nel rispetto delle distanze e con le mascherine”. Il termine “congiunti” ha generato però diversi dubbi su chi si potesse concretamente incontrare dalla prossima settimana, si era sviluppato un vivace dibattito nelle ultime ore: nell’ordinamento giuridico italiano non esiste infatti una definizione condivisa del termine.
In un primo momento, sembrava che le fidanzate e i fidanzati fossero esclusi dal dpcm. Tenendo conto, infatti dell’articolo 307 del codice penale, per “congiunti” si intende «gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra le persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti».
Da qui la decisione di Palazzo Chigi di fornire un primo chiarimento in attesa delle Faq: con “congiunti” si intendono “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”.
Un’ interpretazione che è stata confermata anche dalla ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli a La vita in diretta. “I congiunti sono le persone con le quali si intrattengono rapporti affettivi stabili, compresi i fidanzati”. Questo, comunque, ha aggiunto, esclude pranzi di famiglia: “ma singolarmente ci potremo rivedere”.
A protestare in mattinata era stata anche Arcigay. “Il fatto che l’allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di ‘congiunti’, che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti”, ha osservato Gabriele Piazzoni, segretario generale dell’associazione. Il rischio è quello di “tagliare fuori ciò che lo Stato non vede o non riconosce, come ad esempio i genitori sociali non ancora riconosciuti all’interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici”.