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Emergenza Coronavirus e scuola: tutti i problemi dalla A alla Z

Siamo arrivati al picco o, per meglio dire, al plateau della curva. Una frase che abbiamo sentito dire più volte parlando della diffusione del coronavirus. Un concetto che, però, possiamo tranquillamente applicare anche alla didattica ‘a distanza’.

I problemi da affrontare nell’ambito scolastico non sono pochi. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina spiega quali sono le dinamiche e “gli anelli deboli” della catena scolastica che in questo periodo ne stanno risentendo.

Gli alunni sono l’anello debole della catena “istruzione a distanza” fatto di decreti, diritti costituzionalmente garantiti e doveri dei docenti. Pagano sulla loro pelle i disagi casalinghi, le difficoltà economiche e l’egoismo di certi prof.

L’anno si chiuderà con tutti promossi. A inizio settembre – chissà come – l’eventuale recupero degli apprendimenti dalla primaria all’ultimo anno del liceo. Dibattito spalancato sull’inizio delle lezioni. Sarà la Conferenza Stato-Regioni a decidere, tra pressioni di famiglie che non sanno dove lasciare i figli e misure anti-contagio.

Per i concorsi, l’ordinario per la secondaria di I e di II grado, quello per infanzia e primaria, fondamentali per acquisire una abilitazione all’insegnamento non si sa se slitteranno di mesi. Il rischio di continuare a far insegnare personale poco formato c’è.

Quante ore minime devono seguire i ragazzi? Non si sa. Un caos senza precedenti tra scuole rimaste ai tempi della pietra, docenti che si appellano alla libertà di insegnamento (da quando la libertà di insegnamento decide l’organizzazione di una scuola?) e problemi di privacy.

Per il primo ciclo, gli esami si ridurranno alla consegna di un elaborato del candidato (senza discussione orale?), e per la maturità a un unico colloquio interdisciplinare. Parole chiave sono la completezza e la congruità della valutazione nonché chiarezza per l’attribuzione del voto.

Famiglie stipate in case troppo piccole, dove ci si contende pc e tablet, tra smart working dei genitori e DaD dei figli.

Per le graduatorie nessun aggiornamento per il 2020/21. Si dovrà aspettare l’anno ancora dopo.

Handicap e disabilità. Sono gli alunni più fragili, quelli per cui si prevedono specifiche misure con il piano educativo individualizzato, il sostegno e l’assistenza.

Il licenziamento è quello che si sono visti arrivare i supplenti quando il titolare della cattedra che era in malattia, aspettativa o permesso, dopo le vacanze pasquali è tornato miracolosamente in classe perché con la Dad può riprendersi lo stipendio pieno. Non aspettando il 30 aprile, data che permetterebbe comunque di mantenere la continuità didattica agli alunni con il supplente che li segue da mesi.

Norme di comportamento online che richiamano a decenza, educazione e ai principi di privacy. Per gli altri cyberbullismo a go-go a danni di insegnanti e compagni.

Gli orari sono lasciati all’organizzazione della scuola e ancora peggio, quando il dirigente non controlla, alla libertà del docente. Questo significa che ci sono alunni che fanno lezioni online e altri a cui vengono solo dati materiali da studiare e compiti.

I presidi sono il perno su cui gira tutta l’organizzazione della DaD. Più autorevole sono, più la scuola funziona.

Il reclutamento non si sa come avverrà. Come inizierà la giostra delle supplenze il prossimo anno, tra graduatorie e Messe a disposizione (MAD).

Gli alunni con DSA, garantiti i loro diritti, gli apprendimenti terranno conto del Piano Didattico Personalizzato, delle misure dispensative e degli strumenti compensativi.

Registro elettronico, G Suite, Weschool, Zoom, Meet… una marea di app sono spuntate come funghi tra il divertimento degli alunni, il panico dei docenti e le imprecazioni delle famiglie. Servono programmi certi e uguali per tutti.

Sulla valutazione è tutto poco chiaro. Gli scrutini, considerato che la ministra ha detto che non si rientrerà quasi certamente a scuola, si faranno in via telematica.

Lo zaino dopo quest’anno non potrà più essere privo di ipad, tablet e tutto quello che di digitale ci possa essere.

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