Da Hong Kong a Trump al Brasile, il 2019 in breve
Da Hong Kong al Sudan, dal Libano all’Iraq, i manifestanti sono scesi in piazza in tutto il mondo nel 2019 per chiedere un cambio di leadership. Ma l’anno che si sta concludendo passerà alla storia anche per l’impeachment del presidente Donald Trump e per alcuni gravi fatti come i disastrosi incendi in Amazzonia.
A catalizzare l’interesse dei media internazionali nelle ultime settimane, sono state le manifestazioni a Hong Kong dove un disegno di legge sull’estradizione è stato poi ritirato nel tentativo di arginare le proteste. Le elezioni municipali di novembre sono state vinte dai candidati pro-democrazia, ma ad oggi le proteste si sono appena calmate.
In Algeria i manifestanti hanno costretto il presidente Abdelaziz Bouteflika a dimettersi dopo 20 anni al potere. Nelle scorse settimane si sono svolte le elezioni presidenziali, boicottate dalla maggior parte dell’elettorato. I manifestanti continuano a protestare chiedendo un vero cambiamento ai vertici dello Stato.
Il 2019 sarà ricordato, inoltre, come l’anno della richiesta di impeachment del presidente Donald Trump. Dopo il via libera della Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica, la parola passerà al Senato, dominato dai repubblicani. I capi di accusa, gli articoli della risoluzione di impeachment, contro Trump sono due. Il primo è quello di abuso di potere per aver bloccato gli aiuti militari e negato l’incontro alla Casa Bianca al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mentre il secondo capo d’accusa, ostruzione al Congresso, si riferisce al rifiuto di Trump di cooperare con l’inchiesta.
Gli Stati Uniti hanno ritirato il loro sostegno alle forze curde in Siria dopo cinque anni. La svolta è maturata il 7 ottobre nel corso di una telefonata tra Trump e Recep Tayyip Erdogan. Due giorni dopo ha inizio l’invasione turca della Siria settentrionale che mette fine al ‘sogno’ di un Rojava indipendente.
Il 2019 sarà ricordato anche come l’anno in cui è bruciato il polmone verde del mondo. Negli ultimi 12 mesi sono scoppiati 80mila incendi in Amazzoni, il dato più alto del decennio. Le opposizioni e gli ambientalisti hanno puntato il dito contro il presidente Jair Bolsonaro che, a loro parere, avrebbe consentito, se non incoraggiato, la distruzione della foresta pluviale.
Lo scontro commerciale fra USA e Cina è continuato durante tutto l’anno tra improvvise schiarite e dichiarazioni bellicose. A maggio Trump ha imposto nuovi dazi sui beni cinesi. Il mese successivo insieme al presidente cinese Xi Jinping hanno concordato al vertice del G-20 di portare avanti i negoziati, mentre a fine anno sono arrivati segnali di schiarita. Il 15 dicembre la Cina ha sospeso le tariffe aggiuntive pianificate su alcune merci statunitensi dopo che la ‘prima fase’ di un accordo commerciale è stato raggiunto tra i due Paesi.
Lo scorso 30 giugno, infine, Trump ha fatto la storia diventando il primo presidente degli Stati Uniti a mettere piede in Corea del Nord. L’incontro nella zona smilitarizzata si è tenuto quattro mesi dopo il faccia a faccia tra Trump ed il presidente Kim Jong Un a Hanoi.