Ci lascia Arrigo Petacco, il giornalista che portò la storia in Tv
Si spegne all’età di 88 anni Arrigo Petacco. Appassionato di storia seppe trovare il modo di divulgarla al meglio in tv portandola nelle case degli italiani. Direttore della “Nazione” di Firenze e della “Storia Illustrata”.
È morto nella sua casa di Porto Venere, a La Spezia. Ha pubblicato numerosi libri, molti dei quali, dedicati al fascismo. Tra i suoi saggi Il comunista in camicia nera, sulla figura di Nicola Bombacci, L’archivo segreto di Mussolini,Regina. La vita e i segreti di Maria Josè di Savoia, Il Superfascista, sulla vita di Alessandro Pavolini, L’armata scomparsa, saggio sulla partecipazione degli italiani alla campagna di Russia, L’esodo, dedicato alla tragedia degli italiani di Istria e Dalmazia, L’anarchico che venne dall’America, sulla storia di Gaetano Bresci e il complotto per uccidere Umberto I, L’amante dell’imperatore, sulla figura della contessa di Castiglione, Joe Petrosino, L’armata nel deserto, libro sulla campagna d’Africa e la battaglia di El Alamein, Ammazzate quel fascista!, libro dedicato alla vita di Ettore Muti, Il Cristo dell’Amiata, Faccetta nera, sul progetto imperiale mussoliniano e L’uomo della provvidenza, sull’ascesa e il declino di Benito Mussolini, Eva e Claretta, incentrato sulle biografie di Eva Braun e Claretta Petacci. Risale solo a pochi mesi fa il suo ultimo lavoro, Caporetto. 24 ottobre-12 novembre 1917: storia della più grande disfatta dell’esercito italiano, libro scritto insieme a Marco Ferrari. Spesso ha parlato di verità scomode come nell’ultima intervista in cui parla della Resistenza: “Diciamolo chiaramente, se non ci fossero stati gli americani la Resistenza non ci sarebbe mai stata. Si tratta di una retorica enorme e anche di qualche balla. All’epoca al Pci della patria non gliene fregava niente e il gruppo storico dei comunisti “inventò” il mito della Resistenza affinché sembrasse una lotta di popolo”. In una recente intervista sul blog di Beppe Grillo sostenne infine l’estraneità di Mussolini al delitto Matteotti: “Mussolini non aveva nulla a che fare con l’omicidio Matteotti – ha spiegato in un’intervista al Tempo tornando sull’argomento – che fu ucciso dai fascisti che volevano impedire a Mussolini di fare un governo coi socialisti. Tenga presente che eravamo nel 1924, prima della svolta autoritaria. Mussolini ripeteva che gli avevano gettato il cadavere di Matteotti tra i piedi. Uno storico serio ha il dovere di spiegare che Mussolini non aveva nessun vantaggio dall’assassinio di Matteotti”.