“Chiudi gli occhi”, il thriller psicologico di Marc Forster con Blake Lively
Cosa succede quando riacquisti la vista e vedi per la prima volta l’uomo che hai sposato?
Il regista Marc Forster (“Neverland”, “Machine Gun Preacher”, “World War Z”) tenta il salto di qualità con un thriller psicologico.
Si tratta di “Chiudi gli occhi”(“All I See Is You”) con protagonisti la bella e talentuosa Blake Lively e Jason Clarke.
L’attrice veste i panni di Gina, una donna che ha perso la vista da bambina a seguito di un incidente d’auto. Gina è sposata con James e la loro vita scorre tranquilla, fino a quando decide di sottoporsi ad un trapianto di cornea che le farà riacquistare la vista e l’indipendenza. Ma proprio da quel momento, il suo matrimonio vacilla e la donna scoprirà inquietanti verità sepolte proprio dal marito.
Nel titolo inglese, All I See Is You, è racchiuso molto meglio il senso della storia.
“Tutto quello che vedo sei tu”, lo dice la protagonista, con i suoi gesti ripetitivi e misurati, durante tutta la prima parte della pellicola, e lo dichiara anche attraverso il suo amore dipendente da un uomo che non la meriterebbe, se non fosse cieca.
Da subito salta all’occhio la figura ambigua e meschina di James (Jason Clarke), c’è qualcosa in lui che da subito non convince.
Da un lato si mostra interessato al benessere di Gina, marito premuroso che l’accompagna alle visite in ospedale e dall’altro teme il momento in cui la sua bellissima moglie recupererà la vista.
Un legame perverso, che si nutre dell’attrazione fisica, ma solo fin quando Gina resterà al buio.
Sin dall’inizio il regista, Marc Forster, fa emergere nella narrazione il piano visivo, ipnotico e trascinante, composto ad arte per introdurre il pubblico nella condizione della cecità.
Gina spesso durante il film ricorda con dolore il giorno dell’incidente: l’ultima cosa che vide furono i volti dei suoi genitori. Quel trauma torna spesso sotto forma di flashback confusi. Il film, ci lascia interagire con i suoi occhi, regalandoci scene e scatti di ciò che vede fin dall’inizio, quando i suoi occhi non percepiscono altro che forme, lampi di colore, e spesso il regista indugia anche sulla sua immaginazione.
Poi, tutto cambia: quelle che prima erano percezioni e variazioni indistinte di luci, diventano corpi e colori definiti. La consapevolezza di se stessa e del mondo attorno a sè le fa mettere in discussione l’intera concezione della sua vita e, anche la relazione morbosa con il marito che comincia a non riconoscere più la donna di cui si è innamorato.
La ritrovata indipendenza di Gina metterà in crisi la coppia. A poco a poco, la moglie comincia a rendersi conto che James vive la sua indipendenza come una minaccia al punto che l’uomo, in preda ad un panico incontrollato, decide di manipolarla.
Forster ha scritto la sceneggiatura con Sean Conway e, a proposito del film in un’intervista, ha detto:
Per “Chiudi gli occhi”, volevo avere grande libertà creativa, proprio come fanno i pittori, ed è allora che mi è venuta in mente la parabola emotiva di un personaggio cieco che recupera la vista, di una donna la cui quotidianità è fatta principalmente di fantasia, ricordi e interpretazione della realtà. Scoprendo la vera essenza del suo rapporto col marito e riscoprendosi, i due iniziano a vedersi con occhi nuovi.
Forse è proprio questo il senso della vita: cercare di scoprire la verità su chi amiamo, su noi stessi e su ciò che realmente vogliamo.
Un thriller intrigante, una relazione tossica, due attori belli ma anche talentuosi, una location straordinaria. Le premesse c’erano tutte…peccato per il finale affrettato e superficiale.
Varrebbe la pena vederlo anche solo per i panorami stupendi di Bangkok e una sempre bellissima Blake Lively.