CArne, PEsce e RIsotto: Caperì, il ristorante che accontenta proprio tutti
Sempre indecisi fra voglia di carne o di pesce? Meglio ordinare un primo o un secondo? A Napoli, in via Cesare Battisti, a due passi da via Toledo, c’è il ristorante che mette tutti d’accordo: Caperì, cioè carne-pesce-risotto.
Aperto sia a pranzo che a cena, ideale per una pausa pranzo dall’ufficio diversa dal solito, oppure per una cena nel weekend, quando mettere d’accordo le proposte di tutti gli amici è sempre un’impresa.
Moderno, luminoso, con ampie vetrate, arredato con dettagli post-industriali, i protagonisti indiscussi del locale sono i banconi della carne e del pesce fresco. Proprio come in macelleria, o in pescheria, infatti, da Caperì i clienti vedono e scelgono personalmente cosa mangiare: il taglio, il tipo di cottura, se fritto, al forno o alla griglia, oltre a tante varietà di risotti conditi con i sapori della terra o del mare.
Il menu è ricco e molto particolare, cominciando dagli antipasti in cui la classica frittura all’italiana viene rivisitata proponendo l’arancino di riso Carnaroli con gamberi di Crotone, e il crocchè di patate di Avezzano con salsiccia di maialino nero casertano oppure con branzino, capperi di Salina e olive di Gaeta, che insieme alla mozzarella di bufala impanata e fritta, compongono la “frittura Caperì”. Per gli amanti delle cruditè di pesce, invece, il “Crudo re Nettuno” a base di gamberi di Crotone, scampi, tonno, salmone di Balik, tartufi di mare e branzino è una bontà tutta provare.
Un menu all’insegna delle eccellenze campane e dei presidi slow food, che ritroviamo anche nei primi, come ad esempio nell’invitante risotto con funghi porcini avellinesi, capicollo di maialino nero casertano e pera spadona, sfumato all’Aglianico del beneventano.
Oppure, per chi preferisce il pesce, il risotto al nero di seppia con caviale di salmone di Balik e latte di mare con cannocchie emulsionate, o i paccheri di Gragnano con genovese di totano, possono essere delle validissime scelte.
Dal bancone pescheria, per il secondo, la scelta varia dalle classiche spigole e orate, alla pezzogna, alle vongole veraci, ai fasolari, ai tartufi. Molto particolare la lasagnetta di spigola, scarola liscia, olive di Gaeta, capperi di Salina, pinoli e uvetta, oppure la cotoletta di pesce spada con friarielli, che sfida la tradizionalissima accoppiata vincente tutta partenopea di salsicce e friarielli.
Anche la carta dei vini rende giustizia alla Campania, dal Fiano di Avellino, al Greco di Tufo, al Taurasi, al Rubrato Aglianico dei Feudi di San Gregorio, passando per il Biancolella, il Pallagrello e l’Aglianico del Beneventano. Ma anche per chi preferisce i vini del nord Italia, la scelta va dallo Chardonnay al Gewurztraminer, al Montepulciano, al Pinot Nero.
Insomma, Caperì è una buona scusa per conoscere nuovi sapori e bere un calice di buon vino, ma soprattutto, per mettere tutti d’accordo.