FOODHOMEOn the road

Capossela e lo Sponz Fest: “inzuppiamoci” di musica

Lo Sponz Fest, il festival itinerante dell’Alta Irpinia ideato e diretto da Vinicio Capossela, dal 2012 è per tutti gli appassionati un appuntamento da non perdere.

Musica, teatro, performance, reading, proiezioni, concerti all’alba e notti ad osservare le stelle e bere vino nelle grotte. E ancora, escursioni di trekking in bici, happening, laboratori per bambini e chiacchiere musicali in barberia, tutto nel lussureggiante scenario della verde Irpinia.

A Calitri, incantevole borgo fondato dagli Etruschi e dominato da Greci, Romani e Longobardi, e poi da Normanni e Svevi, che del passaggio di questi popoli conserva testimonianze: palazzi antichi di notevole valore e bellezza, archi, logge e balconi, stemmi gentilizi e portali scavati nella roccia tufacea. O a Morra De Sanctis, paesino millenario che ha dato i natali a uno dei più grandi letterati italiani, a Lacedonia, interamente edificata su una dorsale tufacea e sede di insediamenti preistorici dei primi Italici, a Sant’Angelo dei Lombardi, con il suo castello, la cattedrale e l’abbazia ricchi di storia.

Sponz, viene da sponzare, derivato di “spugna”. Letteralmente significa imbeversi, inzupparsi, rendersi fradici. Normalmente si dice del baccalà, (unico pesce che un tempo raggiungeva i paesi dell’interno), che viene venduto rigido e salato, e per diventare commestibile deve essere messo in ammollo, deve appunto “sponzare” almeno tre giorni, cambiandogli spesso l’acqua. A quel punto perde rigidità e salinità e diventa buono da mangiare.

Lo stesso obiettivo dello Sponz fest: ammollarsi, infradiciarsi di musica e racconti, darsi l’occasione di riflettere sul senso della comunità e su un modello di relazionamento sociale ed economico.

La cultura gastronomica calitrana è secolare: i cinguli (affini ai cavatelli pugliesi) e le cannazze (ziti spezzati), serviti con ragù e pecorino grattugiato, sono i piatti tipici per eccellenza assieme all’acquasala che consiste in fette di pane bagnate con acqua bollente salata e poi arricchite con uova in camicia e olio soffritto con aglio e peperoncino piccante, e alle patate alla ualanegna, condite con un sugo a base di olio soffritto con peperoncino piccante.

Molto famoso è il pane di Calitri: tanto antico, che la sua produzione è documentata da utensili e altro materiale esposto presso il museo della civiltà contadina di Aquilonia. Ottenuto con semola di grano duro e farina di grano tenero, è caratterizzato dalla forma circolare e da un taglio longitudinale, le sue forme possono pesare dai 2 ai 6 kg, caso in cui vengono chiamate “ruote di carro” per le loro grandi dimensioni.
La crosta, molto croccante, è di colore bruno scuro e di sapore molto caratteristico e la mollica ha piccole occhiature diffuse ed uniformi. L’impasto è ottenuto con “crescente”, farina, semola, acqua e sale e la lavorazione richiede un prolungato procedimento di impasto, seguita da una successiva fase di fermentazione a caldo, al buio e a temperature intorno ai 20 °C.

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori