Berlusconi-Dell’Utri e l’indagine infinita (video)
Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri sono nuovamente indagati nell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993, che colpirono Firenze, Roma e Milano. Il fascicolo è stato riaperto a causa delle recenti dichiarazioni fatte in carcere dell’ex boss Giuseppe Graviano, intercettato dai pubblici ministeri palermitani del processo ‘Trattativa Stato-mafia’ mentre parlava dell’ex presidente del Consiglio e dall’ex senatore di Forza Italia in carcere per scontare una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine ha avuto una svolta quando, il 10 aprile dello scorso anno, la Dia aveva intercettato Graviano nel 41 bis del carcere di Ascoli Piceno, mentre parlava con il compagno dell’ora d’aria Adinolfi.
“Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza”, diceva Graviano, “lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi – insisteva Graviano, che è in carcere dal 1994 – lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa”. E ancora: “Trent’anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi…”. Parole che il legale di Berlusconi, l’avvocato Nicolò Ghedini, ha bollato come “illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano”.
Quattordici mesi di intercettazioni sono state depositate al processo di Palermo, nel giugno scorso (dove è indagato Dell’Utri), ma ci sono centinaia di omissis in quelle carte. Tutto il dossier è stato invece inviato dai pm Di Matteo, Del Bene, Tartaglia e Teresi alle procure di Firenze e Caltanissetta, che indagano rispettivamente sulle stragi del 1993 e quelle del 1992. Ed ecco le nuove indagini. Firenze ha riaperto, Caltanissetta sta valutando. Mentre infuoca la polemica al processo ‘Trattativa Stato-Mafia’. “Graviano non dice Berlusconi, ma bravissimo”, sostiene il legale di Dell’Utri, Giuseppe Di Peri, e i suoi esperti sostengono questa versione. Ma i superesperti nominati dalla Corte d’assise danno ragione alla procura. “Graviano parla di Berlusconi”. I giudici avevano convocato il boss delle stragi al processo di Palermo, per chiedere a lui direttamente. Ma Graviano ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.