Archivio Storico, l’arte culinaria dei monzù sulla tavola dei napoletani d’oggi (FOTO)
Tradizione e autenticità, ma con un “pizzico” di innovazione. Ecco le chiavi del successo dell’Archivio Storico di Napoli che, dopo il premium bar, rivisita il piacere della cucina borbonica e delle ricette dei monzù, attualizzate dallo chef Roberto Lepre.
Un progetto giovane con alle spalle una storia lunga più di duecento anni. L’Archivio Storico è uno dei locali napoletani più frequentati di sempre. Una location raffinata, che racconta la tradizione in chiave moderna. L’atmosfera è quella da club tipica dei locali esclusivi delle capitali europee. Un luogo adatto a chi vuole essere coccolato tra buona tavola, sapori antichi e la vera professionalità.
E’ proprio questa, infatti, la novità di cui vogliamo parlarvi. La cucina, l’arte culinaria borbonica che incontra il moderno e con lui l’estro creativo di Luca Iannuzzi, patron dell’Archivio, imprenditore che ha deciso di investire nella recente evoluzione in ristorante.
“Veicolare questo genere di cultura attraverso il cibo – ha detto Iannuzzi – è l’obiettivo che anima l’Archivio Storico dal 2013, anno della sua nascita. Napoli aveva bisogno di una location d’eccellenza, di prestigio, ma alla portata da tutti . Un posto che facesse sentire importante chi vi entra”. Un locale come l’Archivio Storico.
Ogni mese viene proposto un “temporary dish”, che resta in carta solo per 30 giorni. Le ricette dei monzù sono state attualizzate dallo chef Roberto Lepre sia nel processo produttivo di manipolazione degli ingredienti sia in ottemperanza alle attuali norme HACCP.
Durante il pranzo di presentazione del ristorante sono intervenuti, oltre a Luca Iannuzzi (proprietario del locale) e allo chef Roberto Lepre, il prof. Gennaro De Crescenzo (Presidente dell’Associazione Culturale Neoborbonica), e la Console Beya Ben Abdelbaki (Consolato di Tunisia a Napoli).
Inizia davvero una nuova era per il locale vomerese. Prossimamente sarà aperta la caffetteria dell’Archivio Storico , dove si potranno acquistare e degustare sul posto i dolci dell’epoca borbonica. Dolci che sono già pronti per essere spediti in tutto il mondo