Approvato all’unanimità il revenge porn. La lega cede sulla castrazione chimica
461 sì e nessun no per approvare il ddl sul Codice rosso che istituisce il reato di «revenge porn». Fino a 6 anni di carcere e 15mila euro di multa per chi, per vendetta, diffonde immagini o video intimi.
Dopo il reato di stalking l’articolo 613, del codice penale, si implementa con un nuovo reato, ovvero la “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. La pena prevista vale anche per chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
L’emendamento sulla castrazione chimica, sostenuto dalla Lega, invece è stato abbandonato, perché oggi “la priorità è approvare” la legge contro la violenza sulle donne. “Siamo consapevoli – ha detto la ministra Giulia Bongiorno – che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il Governo e questo provvedimento” contro la violenza sulle donne.