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Amnesty accusa twitter: “Un posto tossico per le donne”

Dopo Facebook, anche Twitter finisce nel mirino di Amnesty International. La piattaforma non assicurerebbe i diritti delle donne creando una ambiente tossico attorno a loro. Per questo Amnesty International lancia la campagna #ToxicTwitter per dire stop alla violenza sulle donne.

“L’azienda non risponde in maniera adeguata, tempestiva e trasparente alle segnalazioni di molestie on line. I meccanismi di segnalazione sono insufficienti. Ed è preoccupante che non pubblichi i dati disaggregati sul livello di molestie on line”. A parlare è   Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Nonostante le molte promesse di cambiamenti  le donne, aprendo il social, continuano a ricevere minacce di ogni genere. “Se a una donna la chiamano puttana, a me chiamano puttana negra”. A raccontarlo è la giornalista statunitense Imani Gandy.  Infatti quelle prese di mira sono soprattutto le donne di colore,  appartenenti a minoranze etniche o religiose, Lgbti, le persone di genere non binario e le donne con disabilità: “Persone già marginalizzate vengono tenute fuori dalla conversazione pubblica”.   Laura Boldrini “Un fenomeno che preoccupa in prospettiva: i commenti on line sui casi di violenza sessuale o femminicidio cominciano a presentare una solidarietà o indignazione selettiva in base a etnie della vittima o dell’assassino. E questo si riverbera sulle piattaforme: quando si comincia a selezionare a chi esprimere solidarietà o condannare, emerge tutto il linguaggio xenofobo o predatorio”.

Nell’ultimo anno numerosi sono stati i cambiamenti fatti sul social. 33 infatti gli aggiornamenti  “Le recenti iniziative indicano che l’azienda vuole essere parte di questo cambiamento, ma le donne non ci credono. Se non prenderà ulteriori misure concrete contro la violenza e le molestie online sulla sua piattaforma, Twitter non potrà sostenere credibilmente di stare dalla parte delle donne”, spiega Azmina Dhrodia, ricercatrice di Amnesty International. Per questo Amnesty invita a sottoscrivere lancia la petizione “Stop alla violenza online” lanciando la campagna #ToxicTwitter.

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