Ammore e malavita : applausi a scena aperta per i Bros a Venezia
Tante risate e sette minuti di applausi a scena aperta, hanno accolto la proiezione stampa di “Ammore e Malavita” di Marco e Antonio Manetti, terzo film italiano in concorso a Venezia 74.
Secondo film napoletano dei Manetti Bros, dopo “Song ‘ e Napule”, “Ammore e Malavita” racconta di don Vincenzo, il Boss e “re d’o pesce” di Pozzuoli, che, salvo dopo un attentato, pianifica con la moglie, Claudia Gerini di farsi credere morto, come 007 in “Si vive solo due volte”, per rifarsi una vita ai Tropici.
A mettere il bastone tra le ruote del novello James Bond c’è però un’infermiera, ovvero il primo e indimenticabile amore di Giampaolo Morelli appunto, il sicario del Boss.
La trama, tuttavia, è un fatto quasi secondario, perché tutto ruota invece intorno a Napoli, “questa grande capitale italiana della cultura, dove l’arte, l’architettura, il teatro, la letteratura, la musica e anche il cinema sono cosi’ vivi”, dicono i Manetti.
‘Ammore e Malavita’ nasce anche come reazione a questa tendenza in atto da anni di mostrarne in tv o in letteratura, solo il lato negativo: la Napoli di Gomorra, dove non puoi andare perché ti rapinano come minimo.
Il film, che sarà nelle sale il 5 ottobre per 01 Distribution, gioca con tutti gli stereotipi sulla città e i suoi abitanti e giocandoci li disinnesca, li ridicolizza, li umanizza. “Partiamo da un cliché anche sul carattere dei napoletani, la loro genialità alla Totò – dicono i Manetti – il film è una personale rivisitazione della sua forma artistica più densa e popolare, la sceneggiata. La nostra Napoli non è solamente la città cupa e disperata che si racconta ultimamente in cinema e tv, ma anche una Napoli che, malgrado tutti i problemi, stimola con il suo fermento culturale e ispira con la sua carica di umanità”.