AIRBNB, trasporti e disabilità
Negli Stati Uniti, e non solo gli host, i proprietari di case e camere, hanno negato l’affitto a persone appartenenti a minoranze razziali, a omosessuali e a disabili. Un paio di studi hanno confermato il fenomeno. Sui primi due fronti le reazioni del gruppo guidato da Brian Chesky sono state durissime grazie all’approvazione un anno fa di nuove regole secondo cui gli eventuali dinieghi dovranno essere coerenti e slegati da qualsiasi pregiudizio. Sul lato della disabilità, invece, non tutto appare risolto.
Adesso, con l’acquisizione di una piattaforma dedicata a questi viaggiatori “speciali” e sull’onda della storia personale del 31enne ex avvocato britannico di origini indiane Srin Madipalli, affetto da atrofia muscolare spinale e nominato al vertice delle politiche per la disabilità, il gigante dell’home sharing torna a fare i conti con le sue mancanze. Per questo la piattaforma fondata da Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk è tornata al lavoro lanciando nuovi strumenti per consentire alle persone disabili di informarsi meglio, grazie a modifiche grafiche sul sito e a una squadra dedicata di ingegneri.
L’obiettivo è soprattutto spiegare meglio in che situazione ci si ritroverà e aumentare il numero di annunci destinati anche ai disabili. La palla è ora in mano proprio a Madipalli. Dopo un giro del mondo in cui ha vissuto sulla propria pelle il calvario di viaggiare in sedia a rotelle, il manager ha lasciato il suo lavoro legale nella City londinese, preso un master a Oxford e lanciato un sito che risolvesse i suoi problemi. La sua creatura è confluita in Airbnb con l’obiettivo di fare del viaggio un diritto per tutti.