CronacaHOMEI fatti

Accadde oggi: 25 anni fa la strage dei Georgofili

Era da poco passata l’una del mattino del  27 maggio 1993 quando in Via dei Georgofili, si verificò una terribile esplosione, che sconvolse il centro storico della città.

L’attentato dinamitardo di origine mafiosa provocò 5 morti e 38 feriti.  Una Fiat Fiorino viene fatta esplodere nei pressi della Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili distruggendola.  Sotto le sue macerie morirono la custode dell’Accademia, Angelamaria Fiume in Nencioni, e i componenti della sua famiglia. Si incendiò inoltre un edificio di via dei Georgofili e tra le fiamme morì Dario Capolicchio.  Subitono danni anche la Chiesa di S. Stefano e Cecilia e la Galleria degli Uffizi. L’attentato, secondo quanto scoperto nei processi, è stato una sorta di dichiarazione di guerra allo stato da parte delle associazione terroristiche-mafiose.  Con essa si intendeva «costringere lo Stato Italiano praticamente alla resa davanti alla criminalità mafiosa». Dopo i fatti del 1992, in cui morirono Falcone e Borsellino lo Stato elaborò normative   penitenziarie di rigore a carico degli esponenti di mafia il noto art. 41-bis. Da qui, la scelta di tentare di “ammorbidire” lo Stato minacciando i suoi organi che «perseverando nella linea dura intrapresa avrebbero provocato al Paese lutti e distruzioni a non finire».
A indurre negli esponenti della mafia l’idea di ricorrere alle nuove forme di attentato contro il patrimonio artistico, fu un trafficante di opere d’arte. Spiegò ai capi di mafia che «ucciso un giudice questi viene sostituito, ucciso un poliziotto avviene la stessa cosa, ma distrutta la torre di Pisa veniva distrutta una cosa insostituibile con incalcolabili danni per lo Stato».

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